Nokia intende acquisire dai suoi partner il 100% di Symbian per rendere open source la piattaforma su cui si basano i telefoni che tutti conosciamo.
Una mossa interessante e coraggiosa, che porta anche a rifare il punto sulle strategie di sviluppo, in un mondo in cui Android si pone come alternativa completamente aperta e iPhone attacca il mercato forte di un software senza pari, di un ottimo Sdk e di un prezzo molto aggressivo dopo la Wwdc.
Per rifare il punto sulle strategie partiamo dall’analisi di Om Malik, secondo la quale il mercato della telefonia è un fashion business, in cui ogni azienda vale quanto l’appeal del suo ultimo modello e la differenza la fa il software. Troviamo conferma nel fatto che anche se l’iPhone comincia ad avere i primi cloni che cercano di scavarsi un mercato, non ci sono concorrenti reali per piacere di uso e funzionalità dell’interfaccia.
Insomma, in un mondo in cui l’hardware dei telefoni è fatto con componenti sempre più standardizzati, la magia di un produttore sta sostanzialmente nella capacità di creare oggetti desiderabili, cioè attraenti per design, piacevoli da usare e con una piattaforma software ricca di proposte e di possibilità di esplorazione. In altri termini, la differenza sta nella capacità di attirare sviluppatori.
Per quanto Nokia sia fra le aziende che hanno creato i telefoni migliori, il software degli smartphone lascia parecchio a desiderare, più che altro per il retaggio culturale. Sorprende, per esempio che i browser in dotazione ai telefoni siano stati considerati adeguati, quando non permettono un’esperienza di navigazione piacevole, ma sono semmai l’ultima risorsa a cui ricorrere in mancanza di altri sistemi per ottenere un’informazione necessaria.
Sorprende altrettanto che il media player del Nokia N70 sia stato considerato adeguato, quando su un telefono con qualche decina di Mp3 installati il tempo di avvio è di parecchi secondi e le funzioni di navigazione sono limitate.
Dopo l’iPhone il concetto di software adeguato per un telefono cambia radicalmente, così come RIM, con i Blackberry ha cambiato radicalmente l’idea delle funzioni di messaggistica accettabili per un telefono.
Microsoft non sta mai a dormire. In anni la quota di mercato dei server Web su piattaforma Microsoft è passata da un errore di arrotondamento a una cifra confrontabile con il concorrente primario: Apache. Migliorando anno dopo anno Microsoft sa diventare un protagonista in tutti i mercati in cui vuole entrare, quindi anche nella telefonia.
Esaminando la distribuzione mondiale del mercato degli smartphone, si vede come quello americano sia particolare. In Europa (EMEA) Symbian domina senza discussioni. In Giappone, tolta Symbian, resta una quota interessante per Linux. Negli Stati Uniti, invece, la parte del leone la fanno tre concorrenti: RIM (nero), Apple (viola) e Microsoft (verde).
La disponibilità di una piattaforma software aperta è un passo importante per consolidare la posizione e sperare di estenderla negli Stati Uniti perché va a sanzionare un dato di fatto: la piattaforma Symbian coincide sostanzialmente con l’ambiente operativo S60 di Nokia. Una frammentazione del mercato non aiuta a attirare sviluppatori. Una piattaforma il più possibile coerente aiuta gli utenti che vogliono dotarsi di nuovo software sui tanti siti dedicati, come il Mosh promosso da Nokia. Il software a disposizione è parecchio, ma gli utenti devono sapere distinguere fra le edizioni di S60 e i vari Feature Pack anche solo per scaricare la versione giusta del pacchetto di installazione. Si può prevedere un ambiente come Android che si basa su Java e una macchina virtuale dovrebbe andare incontro a meno problemi di compatibilità , una buona cosa per gli utenti e gli sviluppatori.
In definitiva, la piattaforma che i 1600 sviluppatori di Symbian andranno a creare per Nokia e per tutti i partner della Symbian Foundation sarà un passo interessante nella creazione di un ambiente operativo migliore, ma arriverà dopo due anni in cui il mercato europeo sarà investito dall’iPhone a un prezzo molto al di sotto di quello che ci si aspetta per uno smartphone e dopo che i primi telefoni con Android avranno attaccato il mercato.
Fra gli altri fermenti che osserviamo dal Web c’è anche la richiesta di un ambiente di sviluppo più semplice ed efficace. Python per S60, che è sempre rimasto in un ruolo secondario sul sito per sviluppatori di Nokia, si è dimostrato uno strumento di sviluppo con ben altra produttività rispetto all’ambiente nativo basato sul C++ e con prestazioni migliori dell’ambiente Java. Sarebbe opportuno che lo sviluppo per i telefoni non fosse così complicato per attirare gli sviluppatori.
L’iscrizione alla Symbian Foundation non è gratuita, ma costerà $1500 alle organizzazioni che ne vogliono fare parte per utilizzare la piattaforma software, ma non sembrano esserci vincoli per i singoli sviluppatori che desiderino avere accesso al codice e agli strumenti di sviluppo. Aspettiamo di vedere se avremo la possibilità di scaricare il codice attraverso un client subversion, come permette di fare Android.