Nel corso dell’ultimo Intel Developer Forum, tenutosi a San Francisco nel mese di settembre, è stato annunciato il processore Intel Core i7 Mobile per notebook, insieme al chipset PM55. Si tratta di un evento importante perché segna un cambio di piattaforma consistente, con una radicale modifica nell’architettura del processore e del chipset. È bene sottolineare che il Core i7 Mobile non va a sostituire completamente l’attuale processore Core 2 Duo, almeno non da subito. Il consumo relativamente elevato del nuovo processore ne impedisce di fatto l’adozione sui notebook con schermo da 14 pollici o inferiore, confinandolo nel segmento dei desktop replacement con monitor da 15 pollici in su.
Il Core i7 Mobile si colloca nella fascia più alta tra le Cpu per notebook, anche per via del suo costo. Il target iniziale è quello dei portatili ad alte prestazioni, per giocare o per il multimedia avanzato; inoltre è il processore ideale per le workstation portatili. Intel pone l’accento sul fatto che questa nuova generazione di Cpu è attualmente la più potente disponibile nel settore mobile; l’azienda di Santa Clara rafforza dunque il suo primato con l’architettura mobile “più veloce del mondo”.
Per analizzare il Core i7 Mobile è necessario prima fare un po’ di ordine tra le varie denominazioni adottate da Intel. Questo processore non deriva dal Core i7 per desktop, bensì dal Core i5. La denominazione Core i7 Mobile è stata scelta per motivi di marketing, anche in vista delle future evoluzioni di questa piattaforma mobile. Nehalem è il nome generico della nuova architettura Intel, con la quale vengono creati diversi processori. Sul mercato dei Pc desktop Intel propone attualmente il Core i7, nome in codice Bloomfield, il primo esponente della serie ad apparire sul mercato, e il Core i5, nome in codice Lynnfield, una versione leggermente più economica che utilizza un chipset differente.
Il Core i7 Mobile è denominato Clarksfield e deriva strettamente da Lynnfield; anche il chipset è una rivisitazione del P55 per Pc desktop.
Le differenze tra le due architetture risiedono sostanzialmente nel packaging, che presenta un numero minore di pin, e nei consumi, leggermente inferiori nella versione mobile. Per il resto, Lynnfield e Clarksfield sono sostanzialmente lo stesso core.
Per il momento sono disponibili tre processori Core i7 Mobile, tutti di tipo quad core, che si differenziano nella frequenza di clock e nel quantitativo di cache L3.
Il più veloce è il Core i7 920XM, con frequenza di clock base di 2 GHz e cache L3 pari a 8 Mbyte. Il modello di fascia media si chiama Core i7 820QM e presenta una frequenza di 1,73 GHz. Infine, il Core i7 720QM funziona a 1,6 GHz e ha una cache L3 ridotta a 6 Mbyte.
Tutti questi processori presentano le caratteristiche distintive dell’architettura Nehalem, come il Turbo Boost che permette di far funzionare selettivamente i vari core a una frequenza di clock più elevata di quella nominale, la tecnologia HyperThreading che raddoppia virtualmente il numero di core, il die di tipo monolitico e la presenza del controller per memoria Ddr-3 integrato nel processore stesso.
Proprio per quest’ultimo motivo, il chipset PM55, nome in codice Ibex Peak, si riduce a un unico integrato anziché due ed espleta soprattutto la funzione di un South Bridge, ovvero l’interfacciamento con le varie periferiche.
L’insieme della Cpu Core i7 Mobile e del chipset PM55 compone la piattaforma Calpella, che può essere considerata come l’architettura Centrino di sesta generazione. Per quanto riguarda la scheda di rete wireless, terzo elemento che normalmente completa una piattaforma mobile, Intel ha annunciato tre differenti soluzioni denominate Condor Peak, Puma Peak e Kilmer Peak, tutte basate sullo standard 802.11n; Kilmer Peak integra anche il supporto per Wi-Max.
Concludiamo questa panoramica facendo presente che il Core i7 Mobile non è che il primo testimone di una nuova generazione di notebook. Nel corso del 2010 sono attesi nuovi processori con consumi nettamente inferiori, che potrebbero chiudere il cerchio e mandare del tutto in pensione i Core 2 Duo attuali. Ovviamente non subito, ma la strada appena tracciata da Intel è quella di portare quanto prima l’architettura Nehalem su tutte le fasce di notebook. Restano esclusi soltanto i modelli ultraportatili e i netbook, per i quali sono previsti soluzioni differenti.
Sotto test i sistemi
> Acer Aspire 8940
> Asus M60J
> Acer Aspire 8930
[Dall’articolo pubblicato sul numero 225, ora in edicola]