L’azienda iberica lancia un nuovo router Wi-Fi con firmware open-source, una serie di funzioni improntate al Web 2.0 e pieno supporto alla più grande iniziativa di wireless sharing al mondo.
Il progetto Fon nasce in Spagna sul finire del 2005 con un’idea molto semplice: applicare alle reti wireless i principi dello sharing, da anni in voga su Internet per la condivisone di file su network peer-to-peer. In pratica, il concetto alla base del progetto è che chiunque possiede una connessione a Internet e un router wireless mette a disposizione degli altri parte della propria banda, agendo di fatto come vero e proprio hot spot pubblico; in cambio, può a sua volta sfruttare le connessioni condivise dagli altri utenti della comunità Fon sparsi per il mondo.
Nei primi mesi di vita, quando la tecnologia wireless Lan non aveva ancora espresso tutte le proprie potenzialità sul mercato degli accessi pubblici, l’iniziativa Fon ha rappresentato un’alternativa sia alle reti senza fili metropolitane fornite gratuitamente in alcune città dalle amministrazioni pubbliche o da facoltosi sponsor sia agli hot spot a pagamento tradizionali, installati dagli Internet Service Provider in aree a forte frequentazione come aeroporti, stazioni ferroviarie o musei. Nel 2006 Fon si è trasformata in una vera e propria azienda con sede a Madrid è ha ricevuto numerosi finanziamenti da grandi nomi come Google e Skype; nel corso degli anni successivi, il legame tra la società iberica e i giganti delle telecomunicazioni si è fatto sempre più stretto. Tra gli azionisti, oggi Fon può contare anche su British Telecom. I foneros, così sono chiamati gli utenti iscritti a Fon, possono accedere gratuitamente alla rete di access point solo se anch’essi condividono la propria connessione; in caso contrario il collegamento è a pagamento, ed è proprio su questi introiti che si basa il modello di business dell’azienda. Attualmente secondo la stessa Fon il network globale comprende oltre 700.000 hot spot registrati, mentre il numero di utenti iscritti è superiore al milione e mezzo. (…)
[Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 226, in edicola dal 23 dicembre]