Nonostante la guerra dei dazi e l’ostracismo dell’amministrazione Trump contro Pechino, negli Stati Uniti si continua abbondantemente ad acquistare prodotti made-in-China come smartphone e altri gadget hi-tech. L’azione di Washington ha in ogni caso smosso le acque, spingendo i colossi asiatici ad abbandonare la madrepatria in cerca di nuovi siti produttivi.
Come prevedibile, le alternative più gettonate continuano a essere localizzate in Asia in paesi a basso reddito come Vietnam, Indonesia, Taiwan, Thailandia e India. Nel caso di Foxconn e Pegatron, il cambiamento potrebbe essere persino più radicale prevedendo il trasloco della produzione di alto profilo in Messico.
Le due aziende cinesi sono tra i principali protagonisti dell’assemblaggio di prodotti tecnologicamente avanzati, e hanno un rapporto decisamente stretto con Apple. In America Centrale, Foxconn e Pegatron potrebbero appunto costruire le fabbriche necessarie a smaltire la produzione di iPhone attualmente presente in Cina.
Il progetto di sviluppo dei nuovi siti produttivi sarebbe ancora nella fase di contrattazione, dicono le fonti, ma è evidente che i colossi cinesi trovano sempre più conveniente “delocalizzare” e avvicinarsi ai mercati in cui i loro prodotti saranno messi in vendita. Donald Trump sicuramente approva, mentre Foxconn è già presente in Messico con la produzione di TV-set, server e dispositivi medici.