Dopo aver provato il Fitbit Charge ecco che ci è arrivata in redazione la versione più evoluta dell’activity tracker: il Charge HR. Le due lettere in più stanno ad indicare che rispetto al fratello minore il nuovo Fitbit ha anche la rilevazione continua del battito cardiaco. Sotto il corpo centrale dell’oggetto sono presenti due piccoli led e un rilevatore che misurano i battiti cardiaci in tempo reale e durante tutta la giornata.
Diciamo subito che i due prodotti, visti al polso, sono esteticamente identici ma il Charge HR ha un cinturino con la classica chiusura da orologio ed è impossibile che si stacchi e cada, cosa che invece mi succedeva spesso con il fratellino minore (ho rischiato di perderlo). Anche molte delle funzioni del Charge HR sono identiche a quelle che abbiamo evidenziato nella prova del Charge.
(vedi: Fitbit Charge, il motivatore del tuo movimento. Il test).
Il Charge HR tiene sotto controllo l’attività fisica svolta durante la giornata (riconosce automaticamente se si cammina o si corre), fornisce le indicazioni di quante scale e quanti chilometri abbiamo fatto, quante calorie abbiamo bruciato e ci informa sul numero di minuti di attività intensa. Ha anche le notifiche per le chiamate in arrivo e il monitoraggio automatico del sonno, con l’impostazione di più sveglie silenziose (funzione che personalmente trovo molto comoda ed efficace sia per un risveglio meno traumatico, sia per non dar fastidio alla consorte). Alla prova dei fatti anche le misurazioni sono praticamente identiche (ho notato una differenza di un centinaio di passi su circa 11.000, un classico errore statistico trascurabile), a dimostrazione che i componenti elettronici usati sono identici.
Devo dire che come il fratello anche il Charge HR è “generoso” nella rilevazione dei passi, cosa che tutto sommato non guasta e rende più semplice raggiungere i traguardi che ci si è posti (funzione motivazionale). Molto più preciso è invece il calcolo delle calorie consumate, perché nell’elaborazione il modello HR mette nel conto anche la frequenza cardiaca (se mi muovo lentamente posso fare molti passi, ma brucio comunque poche calorie). Le calorie quindi possono essere di più o di meno a seconda dell’attività fisica svolta e della zona cardio rilevata. Per lo stesso motivo è molto più precisa anche la rilevazione delle fasi del sonno: col sonno profondo i battiti diminuiscono, mentre se si è agitati la frequenza rimane più elevata.
Quindi, il vero differenziale di questo activity tracker (anche rispetto a molti modelli dei concorrenti) è proprio il rilevatore della frequenza cardiaca. Ma come funziona? Fitbit ha chiamato questa tecnologia PurePulse. In pratica, quando il cuore batte i capillari si espandono e si contraggono in base alle variazioni del volume sanguigno. La luce lampeggiante dei led verdi sull’epidermide permette di rilevare le eventuali variazioni del volume sanguigno. I dati rilevati vengono poi elaborati tramite particolari algoritmi ottenendo la misurazione continua e automatica del battito cardiaco. Sul piccolo display del Charge HR viene visualizzata un’icona del battito cardiaco che permette immediatamente di capire in quale dei tre margini del battito cardiaco ci si trova (zona brucia grassi, attività aerobica o zona di picco). I tre margini del battito cardiaco consentono di ottimizzare l’allenamento segnalando tre diversi livelli di esercizio fisico. I margini vengono calcolati in base alla percentuale del battito cardiaco massimo. Fitbit valuta tale percentuale mediante la classica formula di 220 a cui va sottratta la propria età (per esempio, a quarant’anni la frequenza massima sarà di 180 battiti al minuto).
Ma come si valutano le tre zone cardiache? Il picco (quando il battito cardiaco massimo è superiore all’85% al massimo) è il margine di intensità di esercizio più elevato. Deve riguardare sessioni brevi e intense che aiutano a migliorare le prestazioni e la velocità . Il margine aerobico (quando il battito cardiaco massimo è compreso tra il 70% e l’84% del massimo) è il margine di intensità di esercizio medio-elevato. In questo margine, l’allenamento è intenso ma non troppo faticoso. Per la maggior parte delle persone questo è il margine a cui puntare. La zona brucia grassi, invece, (con il battito cardiaco massimo tra il 50 e il 69% del valore massimo) è il margine di intensità di esercizio medio-basso e costituisce un buon punto di inizio per i principianti.
Il Fitbit Charge HR fornisce l’indicazione del battito cardiaco a riposo, un indicatore importante della salute del cuore. Infatti, secondo il sito Web dell’American Heart Association, il battito cardiaco medio a riposo è compreso tra 60 e gli 80 battiti al minuto, ma questo valore è inferiore per chi fa attività fisica. Questo perché le persone attive hanno un numero di battiti più basso grazie alle migliori condizioni del muscolo cardiaco che non deve lavorare a pieno ritmo. Bisogna tener presente però che il battito cardiaco medio aumenta con l’avanzare dell’età . Il Charge HR misura il battito cardiaco a riposo nell’arco dell’intera giornata quando non ci si muove e ne fa una media.
Mi sono un po’ dilungato sulla misurazione della frequenza cardiaca offerta dal prodotto perché è la funzione che fa la vera differenza del Charge HR sia rispetto al fratello minore sia rispetto a molti prodotti concorrenti più o meno economici.
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Per chi, come me, ha qualche primavera sulle spalle tenere sotto controllo la frequenza cardiaca quando si fanno sport impegnativi (almeno dal punto di vista del cuore) come la corsa, lo sci di fondo o i trekking in montagna, è molto più importante che non sapere quante calorie si sono bruciate.
Il Fitbit Charge HR sarà presto disponibile in quattro colori: nero, prugna, blu e mandarino. Il prezzo di listino è di 149,99 euro. Come per gli altri prodotti Fitbit, le app sono scaricabili per iOs, Android e Windows Phone 8.1, ma gli smartphone devono avere la compatibilità con lo standard Bluetooth Smart per il baso consumo della comunicazione. Con Windows Phone non funziona comunque la notifica delle chiamate in arrivo. Il mio giudizio complessivo è di un prodotto magari non bellissimo da indossare (soprattutto se paragonato al Withings Attivité Pop) ma è veramente ottimo per la completezza delle funzionalità che offre. Da migliorare un po’ la durata della batteria che, influenzata dalla misura in continuo del battito cardiaco, offre cinque giorni di autonomia contro i più di sette del modello senza rilevamento del battito cardiaco. Personalmente, però, non rinuncerei a questa funzione anche se l’autonomia fosse inferiore.