Microsoft ha giocato d’azzardo con l’offerta di aggiornamento gratuito a Windows 10 per gli utenti consumer di Windows 7 e 8, ma la scommessa sembra aver dato buoni frutti: l’ultima versione del sistema operativo è oggi installata su 200 milioni di dispositivi, e il 10% circa sono utenti aziendali. Ma, nella migliore tradizione delle offerte speciali, è il momento di affrettarsi: chi ancora non avesse approfittato dell’opportunità ha tempo fino alla fine del prossimo luglio.
Prima di questa scadenza c’è un altro appuntamento importante: Microsoft, infatti, ha in calendario per il mese di maggio il rilascio di Redstone, un nuovo aggiornamento di Windows 10 che dovrebbe introdurre novità importanti, sia in Cortana (che potrebbe diventare un elemento pervasivo dell’interfaccia), sia nell’integrazione con il cloud e i servizi remoti. Se le previsioni di rilascio verranno rispettate, gli utenti avranno circa due mesi di tempo per valutare le nuove funzioni e decidere se valga la pena di compiere il grande passo.
O, almeno, questa è la teoria. Negli ultimi tempi, infatti, varie voci vorrebbero Microsoft pronta a cercare una soluzione per offrire una proroga agli utenti più recalcitranti, per due buoni motivi: innanzi tutto, come abbiamo sottolineato più volte, per accrescere la base installata e rendere la piattaforma Windows Universal più appetibile per gli sviluppatori indipendenti. Ma non solo: l’azienda di Redmond vuole evitare che le versioni obsolete del suo OS, in particolare Windows 7, rimangano troppo diffuse, per non trovarsi di nuovo ad affrontare le difficoltà che due anni or sono hanno accompagnato l’uscita di scena di Windows XP. Windows Vista è ormai prossimo al pensionamento (la fine del supporto è fissata per l’11 aprile 2017), ma non è questa la data che preoccupa Microsoft, poiché gli utenti di questo OS sono ormai una sparuta minoranza; il 14 gennaio 2020, cioè tra meno di quattro anni, arriverà a termine il ciclo di vita di Windows 7, che invece è ancora di gran lunga la versione più diffusa; questo vale in particolare nel mercato aziendale, molto più conservatore rispetto a quello consumer.
Dario Orlandi