Facebook invaso dallo spam AI: utenti frustrati tra contenuti fake e disinformazione
Di recente, molti utenti Facebook hanno notato un cambiamento radicale nei loro feed: anziché trovare post di amici e familiari, spesso incappano da contenuti strani, drammatici e palesemente falsi. Da titoli fake che inneggiano a notizie tragiche, a post generati dall’intelligenza artificiale, lo spam sembra aver invaso la piattaforma, creando confusione e preoccupazione.
Tra i contenuti che molti si sono trovati davanti, sono molto diffuse le foto apparentemente storiche e senza riferimenti verificabili, con didascalie imprecise o provenienti da pagine bot. Questi contenuti sembrano innocui, ma gli esperti avvertono che gli effetti a lungo termine potrebbero essere dannosi. Infatti, alcune pagine sfruttano l’algoritmo di Facebook per ottenere like e commenti, mentre altre vengono manipolate da malintenzionati per truffe o per creare disinformazione.
Gli articoli che stanno proliferando spesso hanno titoli che il più delle volte alludono a un avvenimento drammatico accaduto a una celebrità. Questo perché l’attenzione degli utenti viene facilmente catturata da questo tipo di notizie, che però sono sempre false.
Ma perché su Facebook appaiono tanti articoli fake di pagine bot o AI? La proliferazione di questi contenuti è legata a un cambio strategico di Meta, che da anni privilegia l’intrattenimento rispetto agli aggiornamenti degli amici. L’azienda madre di Facebook, sta tentando di rendere la piattaforma un “motore di scoperta“, incoraggiando la varietà dei contenuti. Tuttavia, gli algoritmi sembrano favorire post fake o fuorvianti, spesso generati o condivisi da strumenti di IA.
Meta sta cercando di contrastare questo problema etichettando i contenuti generati dall’IA e lavorando su sistemi per rilevare e bloccare lo spam. Tuttavia, dato il ritmo di sviluppo della tecnologia, l’azienda sembra faticare a tenere il passo. Per molti utenti, la presenza di questi contenuti non autentici compromette la qualità dell’esperienza su Facebook, trasformando il loro feed da un luogo di interazione sociale a un flusso di immagini e informazioni di dubbia provenienza.