Dopo cinema, televisione e videogiochi, è la volta dei telefoni cellulari: i nuovi dispositivi possono generare e visualizzare contenuti tridimensionali, senza bisogno di occhiali. Moda passeggera o standard del futuro? Scopriamolo insieme analizzando i primi terminali LG e HTC.
di Simone Zanardi
Il fascino della stereoscopia è innegabile: quando osserviamo per la prima volta un’immagine che acquista profondità davanti ai nostri occhi, lo stupore che proviamo ha qualcosa di fanciullesco, lo stesso che si può sperimentare assistendo a un ben congegnato gioco di prestigio. Spesso, però, questa sensazione non dura a lungo: bastano pochi minuti perché l’entusiasmo iniziale lasci il posto a un interesse più distaccato e quindi, al di là di qualche acuto sporadico (magari provocato da una scena particolarmente accattivante di un film), tutto sembri irrimediabilmente “normale”.
È proprio l’attrattiva effimera delle stereoscopia uno dei motivi principali per qui questa tecnica, che nasce nella metà del 1800, ha avuto nel corso della storia picchi di successo seguiti da periodi di totale disinteresse da parte del mercato. Dopo una prima ondata di film negli anni Cinquanta, e l’esplosione degli “occhiali 3D” degli anni Settanta e Ottanta, l’interesse è andato via via scemando sino al clamore provocato dal lungometraggio Avatar del 2009, a cui sono seguite numerose iniziative per portare il 3D stereoscopico al cinema, sui televisori domestici e in ambito videoludico.
Anche gli smartphone questa volta sono stati colpiti dall’epidemia del 3D: il primo modello in grado di gestire immagini stereoscopiche è stato presentato da LG al Mobile World Congress di Barcellona lo scorso Febbraio; commercializzato in Italia a luglio, l’Optimus 3D è stato seguito a distanza di poco più di un mese dalla controparte HTC, l’EVO 3D.
Al di là di alcuni modelli Sharp prodotti per il mercato giapponese e delle voci insistenti che ipotizzano un prossimo terminale prodotto da Samsung, i due dispositivi LG e HTC sono attualmente gli unici smartphone disponibili in Italia che permettono non solo di visualizzare immagini e filmati in 3D, ma anche di scattare foto e registrare video tridimensionali tramite la doppia videocamera integrata. I contenuti 3D catturati possono essere riprodotti direttamente sul telefonino, visualizzati su un televisore compatibile o inviati su YouTube, che supporta la visione stereoscopica.
Vista la natura portatile degli smartphone, sia HTC sia LG hanno scelto di adottare la tecnica autostereoscopica per la riproduzione di contenuti 3D; con questo termine si intende un metodo di riproduzione che non richiede l’utilizzo di occhiali da parte dello spettatore. Il vantaggio principale rispetto alle altre tecnologie presenti sul mercato è chiaramente quella di non richiedere alcuna periferica per la visione dei contenuti, mentre il principale limite è l’obbligo da parte dell’utente di osservare il display da un ben preciso angolo di vista; basta il minimo spostamento laterale per compromettere la visione stereoscopica a cui subentra un fastidioso effetto di interferenza e sfocatura.
Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 247 – ottobre 2011