AMD intraprende una strada diversa da quella convenzionale e realizza un cluster di moduli indipendenti su un die monolitico per il multi core che punta a ottimizzare risorse, prestazioni, consumi e prezzo.
di Michele Braga
L’arrivo della nuova architettura AMD, denominata Bulldozer, era previsto nel corso della primavera, ma quel traguardo è stato mancato dalla casa di Sunnyvale che solo ora, ad autunno ormai inoltrato, è pronta a commercializzare la prima generazione di processori AMD FX per il segmento desktop ad alte prestazioni. Il ritardo è stato causato dalla necessità di affinare il disegno dell’architettura per ottenere una resa produttiva superiore a quella iniziale; le difficoltà produttive sarebbero confermate dall’accordo stipulato da AMD e GlobalFoundries che prevede un pagamento per chip funzionante e non per wafer. Con la disponibilità dei processori FX, AMD completa il puzzle della propria offerta di piattaforme.
Per gli utenti desktop più esigenti la piattaforma Scorpius propone un processore FX, una scheda grafica Radeon HD di fascia alta e una scheda madre con chipset AMD 990FX. Per l’utente domestico e aziendale, senza necessità specifiche in ambiente 3D, viene proposta la soluzione Lynx realizzata con una Apu serie A (Llano) di ultima generazione. Per il mercato di fascia economica è ancora disponibile la piattaforma Dorado composta da un processore Phenom II o Athlon II per desktop.
In ambiente notebook la piattaforma Sabine implementa la soluzione con Apu di classe mobile, mentre quella Danube propone una soluzione più economica sulla base delle precedenti Cpu Phenom II, Athlon II o Turion II mobile. Infine Brazos rappresenta la soluzione ad ampio spettro per tutte le configurazioni mini Pc e netbook. Il processore appartiene alle serie E o C (Bobcat), ovvero una Apu con grafica integrata a basso consumo.
Questa differenziazione tiene conto dell’andamento del mercato delle soluzioni desktop che negli ultimi anni, complice l’incremento di potenza di calcolo a parità del prezzo di acquisto dei processori, ha registrato oltre oceano un sensibile spostamento degli equilibri interni: la percentuale dei sistemi desktop sotto i 699 dollari è cresciuta dal 49% al 77%, mentre la quota delle configurazioni con valore dai 700 ai 1.499 dollari è passata dal 47% al 21%; le vendite di configurazioni con valore dai 1.500 ai 2.500 dollari si sono dimezzate passando dal 4% al 2%. Sebbene l’esordio di Bulldozer sia avvenuto nel settore consumer, il progetto AMD è di più ampia portata e prevede anche la produzione della prossima linea di processori Opteron per il segmento server: le soluzioni con silicio Valencia integreranno al loro interno fino a 8 moduli Bulldozer, mentre quelle Interlagos permetteranno di disporre di 16 core in un unico package.
Con il debutto di Bulldozer già si parla anche del suo successore Piledriver, al quale ci si riferisce anche con Enhanced Bulldozer, il cui lancio è previsto nel corso del prossimo 2012 e con il quale AMD prevede di incrementare in modo significativo le prestazioni e l’efficienza energetica. Con il rilascio di Piledriver, la piattaforma Scorpius lascerà il posto a quella Volan equipaggiata con processori dotati del silicio Vishera che integrerà fino a otto moduli Piledriver per un totale di 16 core con tecnologia Turbo Core 3.0.
Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 248 – novembre 2011