Nella notizia sui nuovi cellulari presentati da Samsung abbiamo già accennato che la multinazionale Coreana ha sviluppato un proprio nuovo sistema operativo (chiamato Bada) per una nuova generazione di smartphone. Ma di che cosa si tratta realmente? E a chi può servire un nuovo sistema operativo quando sul mercato operano, con più o meno successo, i vari iPhone OS, Android, Symbian, Windows Mobile?
Iniziamo col dire che che Bada (che in coreano significa oceano) è un sistema operativo aperto (Open Source) con il kernel basato su Linux. Questo significa (ed è la speranza dei dirigenti di Samsung) che potrebbe essere adottato anche da altri produttori di cellulari senza dover pagare royalty. La multinazionale coreana, inoltre, mette a disposizione gratuitamente degli sviluppatori sia il Software Development Kit (Sdk) sia l’assistenza necessaria.Gratuitamente perché non è facile spingere gli sviluppatori a migrare le propie aplicazioni verso un sistema oprativo nuovo e non è facile vendere uno smartphone con un sistema operativo nuovo senza che ci siano applicazioni a corredo.
I punti chiave di Bada sono l’interattività offerta all’utente, il fatto che è orientato ai servizi Internet e la configurabilità . Bada è sviluppato su quattro layer. Sul fondo, collante per tutto, il kernel Linux (o un kernel proprietario per la compatibilità con l’hardware più anzianotto). Sullo strato superiore ci sono tutti i servizi del sistema operativo per la sicurezza, la grafica e il multimedia e i componenti per le comunicazioni. Poi le funzioni che rendono i servizi Internet al centro del sistema operativo, come i servizi di localizzazione, di contenuto, per il social networking, il commercio elettronico e la messaggistica istantanea. Il primo layer contiene il framework C++ tramite il quale le applicazioni possono colloquiare con i layer sottostanti.
Molta attenzione è stata posta all’interazione con l’utente. In particolare Bada adotta l’interfaccia TouchWiz 3.0, è compatibile con i contenuti Flash e ha vari sensori per migliorare l’usabilità , come quelli di movimento, di orientamento, di luminosità o di riconoscimento dei volti. Grazie ai servizi per Internet è possibile creare velocemente e con poca spesa di sviluppo applicazioni per i social network (come Facebook o Twitter), sincronizzazione e ricerca di contenuti, geo localizzazione.
Secondo i tecnici di Samsung, poi, Bada può essere adottato su una piattaforma hardware più ampia di tutti i concorrenti. In parole povere ci sono meno problemi di processore o chipset.
La strategia di Samsung è ambiziosa: democratizzare il settore rendendo gli smatphone alla portata di tutte le tasche, creando una nuova generazione di prodotti che non vanno a cannibalizzare l’attuale catalogo, ma si rivolge agli utenti un po’ più evoluti del mercato dei cellulari classici.
Ma se Samsung non prende soldi da chi adotta la piattaforma Bada e da chi sviluppa applicazioni, allora perché ha introdotto questo sistema operativo? Se Bada diventa lo standard per la fascia bassa degli smartphone si aprirebbe un ricco mercato per la applicazioni e se Samsung aprisse uno store online come iTunes Store, potrebbe guadagnare molto, anche se Bada non è installato su un suo cellulare ma su uno della concorrenza.
Per maggiori dettagli sull’SDK di Bada cliccate qui.