Forse è la memoria che mi tradisce, ma sarei pronto a giurare che recentemente non ho scritto nulla a proposito di autocatalisi e tanto meno di eritropsia, patologia che fortunatamente non colpisce nessuno dei miei conoscenti.
Eppure se cerco queste parole che non ho mai scritto con SpotLight (il sistema di ricerca di Mac OS X) le trovo sul mio computer e in compagnia dei vocaboli abassiale, canederlo, condrioma, diplodoco, futon, impromptu, larviforme, meraklon, neotenico, pap-test, portachiatte, rappiccicare, scaldico, soprarazionale, tectonico, versus
. Potrebbe capitare anche a voi.
I termini si trovano tutti nello stesso file, un documento di testo intitolato ppc.txt
che appare sul disco fisso, nella directory principale. Se per caso lo trovate, non preoccupatevi: non è una vostra personalità latente che ha preso il controllo del computer bensì un’altra entità a molti di noi più familiare, Microsoft.
Se cercate con Google queste parole scoprirete che a grattarsi la testa con perplessità ci sono molti utenti di Office 2008 un po’ in tutto il mondo. Il malefico ppc.txt è assolutamente innocuo ed è generato dall’ultima versione della suite di Microsoft: se lo buttate, ritorna, per cui non perdete tempo a cercare rimedi manuali ma aspettate un aggiornamento. Sorprende un po’ semmai che il bug sia presente fin dalla versione Beta di Office e che finora il team di collaudo della software house non se ne sia accorto. Forse i procedimenti di debug sono un po’ da dinosauro, pardon, da diplodoco
.
È divertente che il file incriminato contenga parole in italiano anche se l’utente sta operando con la versione inglese, giapponese, francese o altro. Confortatevi quindi: se non conoscete un poema scaldico
non sentitevi ignoranti, pensate alla faccia di un utente di Tokio che non ha mai assaggiato un canederlo
. Non sa cosa perde.