Dal 15 al 18 febbraio si è tenuto a Barcellona il Mobile World Congress, la più importante manifestazione dell’anno focalizzata su telefonia, telecomunicazioni e servizi connessi. Per l’evento organizzato dal consorzio Gsma anche questa volta si può parlare di successo. I visitatori sono stati più di 49.000 provenienti da 200 paesi, contro i 47.000 della scorsa edizione. Il numero degli espositori è rimasto costante, 1.300 circa, mentre l’aera occupata è leggermente cresciuta (57.000 metri quadrati contro i 56.000 del 2009). Novità di quest’anno è stata la sezione App Planet, dedicata alle applicazioni mobile, che ha visto la presenza di 6.000 sviluppatori.
Il Mobile World Congress si tiene nel primo trimestre e rappresenta il luogo e il momento giusto per tracciare bilanci sull’anno da poco concluso. Il primo commento che si può fare è che il mercato ha tenuto. Il 2008 si era chiuso con una flessione del -5,9% nel mercato della telefonia, con un preoccupante -13% negli ultimi tre mesi dell’anno. Il tracollo però non c’è stato: secondo Gartner il 2009 si è chiuso con un -0,9% nelle vendite globali, con un interessante aumento dell’8,3% negli ultimi tre mesi, che fa ben sperare per il 2010.
Il mercato è stato trascinato soprattutto dagli smartphone evoluti e dai cellulari di fascia molto economica. Secondo Canalys, nel 2009 sono stati venduti oltre 166 milioni di smartphone, per una crescita totale del 16,2% rispetto all’anno prima. Di questi tempi non è semplice trovare un settore che abbia degli incrementi a doppia cifra.
Ci troviamo dunque in un momento di moderato ottimismo, anche se andando in giro per la fiera si avvertiva che le cose non stanno più come tre-quattro anni fa. Un esempio lampante è stato il forfait di alcuni grossi nomi: Nokia e Intel hanno preferito fare un’unica conferenza stampa congiunta per annunciare il loro nuovo sistema operativo, MeeGo; tradizionalmente lo stand di Nokia era il più grande di tutta la fiera e il più ricco di nuovi prodotti, mentre da Intel si aveva modo di ammirare le ultime novità tecnologiche.
Il posto di Nokia è stato preso da Samsung, almeno per quanto riguarda lo spazio a disposizione e la quantità di visitatori, che con la sua piattaforma Bada introduce un nuovo ambiente operativo per gli smartphone. Con l’assenza di Intel viene meno l’entusiamo per Wi-Max, che ha avuto tanto spazio lo scorso anno ma che adesso si è un po’ defilato in favore di LTE, il naturale successore di Umts/Hsdpa tenuto in alta considerazione da parte dei provider telefonici per la fornitura di banda larga.
Per quanto riguarda le piattaforme hardware, ARM al momento fa da padrone soprattutto nel settore dei terminali più evoluti. Con la necessità di riprodurre contenuti sempre più complessi sul telefono, la domanda di potenza da parte della Cpu è cresciuta ed è diventata sempre più importante. L’architettura ARM nelle varie implementazioni (Qualcomm, Texas Instruments, Samsung, Freescale e molti altri) è diventata quella più utilizzata; raggiunto e consolidato il traguardo del gigahertz, la sfida per il futuro è introdurre l’architettura multi core anche su telefoni, Mid e tablet, sfida per il quale è già pronta ST-Ericsson con una piattaforma a doppio processore basata su Cortex A9 MPCore, mostrata in funzione.
Ma il vero mattatore della fiera è stato senz’altro Android. Il sistema operativo open source nato per volontà di Google ha mosso timidamente i primi passi durante la scorsa edizione e oggi rappresenta una realtà affermata, presa in considerazione dalla maggior parte dei produttori e presente su un gran numero di nuovi telefoni. Ovunque si potevano vedere terminali, applicazioni software, piattaforme di sviluppo, prototipi di tutte le fogge consacrati ad Android, che spazia ormai dal telefono al netbook.
Il terreno dei sistemi operativi per smartphone è quanto mai agguerrito e ricco di protagonisti. In molti pongono le basi per costruire un sistema alternativo a quello della concorrenza, e nei prossimi mesi sicuramente ne vedremo delle belle. Microsoft cerca di rimediare ai modesti risultati qualitativi ottenuti con Windows Mobile 6.5 e si lancia nell’avventura di Windows Phone 7, creato da zero e dotato di una interfaccia radicalmente diversa rispetto al passato. C’è tanto terreno perso da recuperare, come testimoniato dai dati di vendita, e questa volta la posta in gioco è molto alta.
Sarà interessante sperimentare il citato MeeGo, che raccoglie l’eredità del sistema operativo Maemo usato da Nokia sugli Internet tablet e sugli smartphone serie N900, nonché del sistema operativo Moblin lanciato da Intel nel 2007 per netbook e Mid. La soluzione Bada di Samsung sembra molto efficiente e veloce, almeno a quanto abbiamo visto in fiera; è totalmente aperta e accompagnata da un buon supporto agli Oem e agli sviluppatori. L’approccio open source sembra aver avuto finalmente la propria consacrazione, visto che tutti i sistemi citati (Windows Phone 7 a parte) si basano su tale approccio. (…)
[Estratto dall’articolo pubblicato sul numero 229, in edicola dal 27 marzo]