La funzione “mi piace” per condividere l’apprezzamento su un qualsivoglia contenuto web, introdotta solo un paio di settimane da Mark Zuckerberg & soci, è già nel mirino del Working Party Art.29, comitato europeo composto dai 27 garanti nazionali per la privacy.
In una lettera inviata a Facebook, e pubblicata sul sito della Commissione Europea, il gruppo afferma senza mezzi termini che “è inaccettabile che Facebook cambi le impostazioni predefinite sulla sua piattaforma di social networking, a discapito dell’utente.”.
Il problema è che quando si clicca sul pulsante “mi piace”, la preferenza viene automaticamente visualizzata sulla pagina personale e gli utenti non sono stati adeguatamente informati. Inoltre, la mole di informazioni raccolta da Facebook e dai siti Web che hanno implementato questa nuova feature potrebbe essere utilizzata dalle aziende a scopi pubblicitari (e non solo) senza la dovuta autorizzazione da parte degli utenti.
L’Europa, quindi, chiede a Facebook di aggiungere alla funzione “mi piace” una chiara e dettagliata nota informativa sulla privacy che spieghi agli utenti quali dei loro dati personali diventano di pubblico dominio in un sol clic. Si tratta in realtà di un monito perché è ormai chiaro che l’UE non intende più sopportare i continui “attacchi” alla privacy da parte di Facebook.