di Pasquale Bruno
Dopo i primi modelli presentati a fine 2011 arrivano sul mercato le nuove proposte di Dell, Hp e Samsung, in attesa di un rinnovamento con le Cpu Intel Ivy Bridge.
Il concetto di Ultrabook è nato per volontà di Intel a metà dello scorso anno; le specifiche sono state annunciate al Computex di Taipei, che si tiene durante il mese di giugno. Per chi non lo sapesse, la denominazione Ultrabook identifica dei computer portatili leggeri e sottili, con una lunga autonomia e con elevate prestazioni generali. Niente di particolarmente innovativo sotto il sole, basti pensare che il MacBook Air di Apple soddisfa tali requisiti fin dal 2008. La particolarità è che Intel ha stabilito dei criteri ben precisi a cui i produttori devono uniformarsi: un Ultrabook (che è un marchio registrato) deve avere uno spessore massimo di 1,8 cm nel caso dei modelli da 13 pollici e di 2,1 cm per quelli da 14″. La batteria deve durare almeno cinque ore (otto ore raccomandate) e il risveglio dallo stato di ibernazione deve avvenire in meno di sette secondi. Ultimo, ma non meno importante, il prezzo: massimo 1.000 dollari, inferiore dunque a quello del MacBook Air da 13″.
Durante il primo anno di vendita, limitato in pratica all’ultimo trimestre del 2011, gli Ultrabook hanno rappresentato l’1,8% del mercato dei portatili (dati di iSuppli). Tale cifra, piuttosto bassa, nelle previsioni è destinata a crescere: 13% per il 2012 e 28% per il 2013, fino a raggiungere il 42% nel 2015, sempre secondo iSuppli. Una fetta di mercato molto ampia e previsioni molto ottimistiche, raggiungibili a condizione che i prezzi scendano ben al di sotto dei 1.000 dollari. La fascia di ingresso oggi è intorno ai 700 euro, per un modello con disco di tipo ibrido e processore Core i3. Il boom degli Ultrabook a nostro avviso passa per questa via; ci viene difficile immaginare altrimenti, specie se si considerano i prezzi attuali dei notebook mainstream. Si vocifera addirittura di un MacBook Air a basso costo (799 dollari) in arrivo entro il 2012; un’informazione tutta da confermare, ma se fosse vera potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a tutti gli altri produttori.
Il prezzo superiore di un Ultrabook rispetto a un portatile tradizionale va individuato nei maggiori costi dovuti alla miniaturizzazione. I processori Intel a basso consumo costano di più rispetto a quelli normali; stesso discorso per le batterie in tecnologia ioni di litio-polimeri, più piccole e sottili rispetto a quelle classiche. Per non parlare dei dischi Ssd, molto più cari rispetto a quelli meccanici. Infine, per la costruzione del telaio si utilizzano spesso materiali più raffinati rispetto alla plastica, come alluminio o lega di magnesio.
Il futuro prossimo degli Ultrabook
Attualmente tutti i modelli in commercio sono dotati di piattaforma Intel Huron River, basata su processori Intel Core di seconda generazione (Sandy Bridge) e chipset serie 6. Le Cpu sono tutte di classe Core i3, i5 e i7 di tipo Ulv (Ultra Low Voltage), dai consumi particolarmente ridotti. Tale piattaforma nel corso dei mesi ha dimostrato un’ottima resa nei sottili telai degli Ultrabook, permettendo prestazioni degne di un Pc desktop di fascia media e durata delle batterie uguale o superiore alle cinque ore.
Dopo diversi mesi di ritardo Intel è in procinto di annunciare la seconda versione dell’architettura per Ultrabook, denominata Chief River. Con tutta probabilità sarà annunciata nel corso del Computex 2012, che si tiene a Taipei nel mese di giugno. La nuova piattaforma prevede Cpu di classe Ivy Bridge e chipset serie 7, la cui novità principale è il supporto nativo alle porte Usb 3.0. Rispetto ai Sandy Bridge, i nuovi processori hanno un processo produttivo a 22 nanometri anziché a 32. In termini pratici i vantaggi si traducono in un consumo elettrico inferiore, con conseguente minore produzione di calore. Un deciso miglioramento ci sarà anche a carico della Gpu integrata, che dovrebbe permettere prestazioni 3D superiori. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 255 giugno 2012