È partita oggi la 49esima edizione di Smau, a Milano dal 17 al 19 ottobre. Quest’anno buona parte dell”attenzione è concentrata sull’Agenda Digitale e sul decreto varato dal governo lo scorso 4 ottobre. E proprio a queste tematiche è dedicata la prima edizione dell’Osservatorio Agenda Digitale realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi in Smau.
Lo studio ha quantificato i benefici che si potrebbero ottenere nella Pubblica Amministrazione dalla digitalizzazione dei processi in sei ambiti precisi nei prossimi tre anni. La stima complessiva del Mip è una riduzione di costi di 20 miliardi di euro e maggiori entrate per la PA per 5 miliardi di euro, così distribuiti.
eProcurement: i risparmi sono stimati pari a 7 miliardi di euro all’anno ipotizzando un 30% di acquisti gestiti con le nuove modalità digitali.
Fatturazione Elettronica: il Mip prevede risparmi di 5 miliardi di euro all’anno, 1 miliardo per la PA e il resto per i privati (qualora si sbloccasse il decreto attuativo e si migrassero verso al fatturazione elettronica il 20% delle relazioni b2b).
Pagamenti elettronici verso la PA: i risparmi qui sarebbero di 0,6 miliardi di euro all’anno nell’ipotesi di riuscire a gestire elettronicamente almeno il 30% dei pagamenti relativi a IMU,ICi, Tarsu, Multe, Bollo Auto.
Pagamenti elettronici verso gli eercenti: ci sarebbero maggiori entrate fiscali per lo Stato pari a 5 miliardi di euro all’anno nell’ipotesi di una diffusione dei pagamenti con carte di credito e debito al 30%
Dematerializzazione e innovazione digitale nei processi della PA: da sola porterebbe risparmi per 15 miliardi di euro all’anno e un 10% di incremento della produttività del personale.
Start-up: si otterrebbe un incremento del Pil di circa 3 miliardi di euro in 10 anni ipotizzando un investimento di 300 milioni in nuove start up.
Commentando il programma contenuto nel decreto sull’Agenda Digitale, che spazia dall’identità digitale all’istruzione, sanità e giustizia fino ai pagamenti elettronici verso la PA e verso gli esercenti, Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, ha fatto notare l’assenza di riferimenti all’ eProcurement, cioé all’insieme degli strumenti elettronici (dalle gare telematiche ai negozi elettronici) che la PA usa per fare acquisti e alla fatturazione elettronica, ovvero la fattura in formato digitale.
Eppure in Italia esiste dal 2008 una legge che impone l’uso della fatturazione elettronica nei rapporti tra fornitori e PA ma fino a oggi è mancato il decreto attuativo.
E il fatto che non sia citata nell’Agenda Digitale non lascia ben sperare. Ad ogni modo nell’ipotesi che la fatturazione elettronica nei confronti della PA diventi obbligatoria i risparmi stimati sarebbero come detto di ben 5 miliardi di euro.
Un capitolo a parte è stato dedicato anche all’e-commerce b2b, altra occasione di sviluppo per il nostro paese e per le imprese. Qui le misure per la crescita suggerite dai ricercatori del Mip dovrebbero prevedere incentivi sotto forma di sgravi fiscali e di ore di formazione per le imprese che digitalizzano i processi commerciali.
Infine il dato più allarmante: il valore dell’economia sommersa in Italia, secondo l’Osservatorio Agenda Digitale, si attesta sui 300 miliardi di euro, pari al 20% del Pil nazionale, con un’evasione stimata di 140 miliardi di euro all’anno, che fa dell’Italia il paese occidentale con la più alta propensione all’evasione. Anche su questo fronte la digitalizzazione potrebbe portare benefici enormi.