Le immagini catturate di notte possono essere ricche di fascino, ma richiedono tecniche di ripresa e accessori specifici. I risultati vi ripagano ben presto delle eventuali difficoltà iniziali.
di Valerio Pardi
Scrivere con la luce: è questo il significato etimologico di fotografia. Sembrerebbe quasi un controsenso, quindi, cercare di fotografare al buio, di notte. In realtà questo non solo è possibile, ma permette anche di ottenere affascinanti fotografie dalle tonalità e colori inconsueti, oppure bianconeri dai contrasti profondi e drammatici. È indubbio che la fotografia notturna offra spunti creativi senza limiti, in quanto i parametri di ripresa possono essere combinati in una serie quasi infinita, permettendo di ottenere risultati sempre diversi. Infatti, mentre nella fotografia diurna si è soliti scattare con esposizioni di frazioni di secondo per congelare il movimento del soggetto, quando si fotografa di notte si può cercare l’esatto contrario. Ovvero lasciare l’otturatore aperto per diversi secondi affinché il movimento del soggetto dipinga letteralmente il sensore con i propri movimenti, creando così fotografie dal carattere assolutamente unico e insolito. Basti pensare alla scia lasciata dai fari di una macchina o all’ombra di una persona che cammina nella scena, per capire come un’inquadratura, apparentemente banale, possa acquistare interesse introducendo un elemento di contrasto in grado di catalizzare l’attenzione.
La notte, inoltre, è universalmente abbinata a situazioni che richiamano la solitudine, il pericolo, il mistero, l’infinito e l’insicurezza, tutti aspetti facilmente sfruttabili ai fini creativi per una fotografia fuori dai soliti canoni artistici. Non a caso anche un’altra arte iconografica, la pittura, ha sfruttato il tema della notte in centinaia o migliaia di rappresentazioni, in ogni periodo storico, dai pittori fiamminghi del cinquecento come Hieronymus Bosch all’americano Edward Hopper, passando per artisti del calibro di Rembrandt o Van Gogh. La grande differenza tra la pittura e la fotografia in questo genere di riprese è il fatto che la macchina fotografica registra solo ciò che effettivamente accade davanti all’obiettivo. Diventa dunque essenziale comprendere gli aspetti tecnici di ripresa notturna per poterli sfruttare ai fini creativi per raggiungere i risultati desiderati. E, come sempre, conoscere i limiti e le prestazioni della vostra fotocamera è la premessa essenziale per poterla sfruttare correttamente e al meglio. In questa puntata della rubrica “come fare” vedremo quali sono gli aspetti da tenere in considerazione quando l’intensità della luce della scena da fotografare inizia a venir meno.
Il giusto corredo
Iniziamo ora a identificare qual è il corredo più adatto per questo genere di riprese. È vero che ogni fotocamera – compatta, mirrorless, reflex che sia – può scattare qualsiasi genere fotografico, ma è altrettanto vero che una strumentazione mirata consente di ottenere risultati migliori e con meno fatica. In teoria, infatti, qualsiasi fotocamera dotata di possibilità di azionare lo scatto per tempi superiori a qualche secondo (meglio se gestibile con un telecomando per evitare l’introduzione di vibrazioni) e un treppiede è già più che sufficiente.
Importanti, ma non fondamentali, sono gli altri requisiti: la fotocamera ideale per le riprese notturne dovrebbe avere la possibilità di scattare in manuale e in formato Raw. Altrettanto utili anche la presenza del live view e la possibilità di eseguire scatti ad altissima sensibilità (superiore a 6.400 Iso): il live view consente una più facile e precisa messa a fuoco sul soggetto, mentre gli alti Iso permettono di eseguire uno scatto di prova per verificare l’inquadratura e la resa generale, senza aspettare i tempi necessari per la foto finale eseguita a Iso inferiori. Come ulteriore facilitazione, è consigliabile una fotocamera che consenta di variare il valore Iso in modo semplice, senza obbligatoriamente passare dai menu e sottomenu della fotocamera.
Sebbene quasi tutte le fotocamere abbiano tra le opzioni la riduzione del rumore per le lunghe pose, è preferibile scegliere un modello che possa disabilitare, all’occorrenza, questa funzione. Infine non dimenticate che fotografare di notte può significare scattare in condizioni climatiche non perfette, al freddo e con umidità elevata. In queste condizioni una fotocamera tropicalizzata o, comunque, dotata di una buona protezione agli agenti atmosferici, è un aspetto da tenere in grande considerazione.
Sul fronte delle ottiche sono preferibili le focali fisse, che, pur offrendo una qualità pari (se non superiore) anche ai migliori zoom in commercio, sono più luminose e composte da un numero inferiori di lenti. Quest’ultimo aspetto non è certo secondario: di notte i contrasti sono molto elevati e non sarà improbabile che un lampione o un’altra fonte luminosa introducano degli antiestetici riflessi nella foto. E al crescere del numero di lenti che la luce deve attraversare prima di arrivare al sensore, quest’eventualità sarà sempre più probabile. È quindi evidente che uno zoom dotato di 16/18 lenti sarà più critico da utilizzare rispetto a una focale fissa composta da 6 o 7 lenti complessivamente.
Per le focali invece non ci sono regole fisse, dipende molto da come ci si approccia alla fotografia. Si possono utilizzare tanto i supergrandangoli quanto i teleobiettivi più spinti, e c’è chi scatta solamente con l’ottica normale. L’autofocus non è essenziale, anzi: per una precisione elevata è preferibile disattivarlo e appoggiarsi al live view per verificare la correttezza della messa a fuoco.
Estratto dell’articolo di 8 pagine pubblicato sul numero 262 di gennaio di PC Professionale