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Lte, tutta la verità 

Redazione | 27 Marzo 2013

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I primi servizi commerciali basati sulle reti cellulari di quarta generazione sono finalmente disponibili: li abbiamo provati per voi, per […]

I primi servizi commerciali basati sulle reti cellulari di quarta generazione sono finalmente disponibili: li abbiamo provati per voi, per capire che velocità  offrono realmente e a quale prezzo.

di Simone Zanardi

Il 2013 è iniziato con importanti novità  sul fronte delle reti cellulari: dopo un lungo periodo di sperimentazione, gli operatori mobili italiani hanno infatti lanciato le prime offerte commerciali 4G. Con questo termine si indicano, lo ricordiamo, le reti di quarta generazione che succedono alle 3G (Umts/Hspa) e, in prima istanza, alle eTacs e Gsm/Gprs. Il 2013 potrebbe di fatto essere l’anno del 4G, ma il condizionale resta d’obbligo, dal momento che i problemi di assegnazione e utilizzo delle frequenze, la necessità  da parte degli operatori di mettere mano in modo pesante alle infrastrutture e l’altissimo numero di terminali che un network cellulare deve servire oggi sono tutti fattori che rischiano di rallentare l’effettiva diffusione presso il grande pubblico della nuova tecnologia. Esattamente un anno fa su questa pagine vi abbiamo presentato la prima prova su strada dei servizi 4G in Italia. In quel caso i test erano effettuati sul network sperimentale che Vodafone aveva approntato ad Ivrea e le condizioni di prova non potevano certo definirsi del tutto realistiche. A dodici mesi di distanza, il teatro dei nostri test si sposta a Milano, città  servita da 3 Italia, Telecom e Vodafone.

La tecnologia alla base delle reti di quarta generazione è l’Lte (Long Term Evolution). Senza addentrarci in particolari tecnici, per i quali vi rimandiamo all’articolo apparso sul numero 253 di PC Professionale e riproposto questo mese sul Dvd virtuale della rivista, ci limitiamo qui a ricordarne le caratteristiche essenziali.

Sul fronte prettamente velocistico, Lte promette sulla carta velocità  di accesso sino ai 300 Mbps (Megabit al secondo) in downlink, ovvero durante le trasmissioni dalla rete al terminale, e di 75 Mbps in uplink, cioè nella direzione opposta. Per comprendere meglio il balzo in avanti che questi numeri rappresentano, considerate che le reti Hspa+ attualmente implementate in Italia possono raggiungere picchi teorici di 42 Mbps in downlink e di 7 Mbps in uplink.

Queste cifre sono comunque puramente teoriche e devono essere considerate con estrema cautela: in primo luogo, si riferiscono alla capacità  disponibile sul canale radio per una trasmissione grezza. I protocolli di trasmissione e rete che offrono meccanismi di correzione degli errori e instradamento introducono numerosi overhead che riducono la velocità  realmente disponibile alle applicazioni.

C’è di più: la velocità  di connessione dipende dal tipo di stazioni base e terminali utilizzati: dal momento che la tecnologia Lte sfrutta complessi meccanismi di comunicazione multi-antenna e può variare l’ampiezza dei canali di collegamento, solo gli apparati più evoluti possono sfruttare lo standard al massimo delle capacità . Le prime reti 4G ad essere commercializzate in Italia sono ad esempio in grado di fornire un picco massimo di 70-100 Mbps. (…)

Estratto dell’articolo di 10 pagine pubblicato sul numero 265 di PC Professionale