Con 37,4 milioni di iPhone e 19,5 milioni di iPad venduti Apple ha realizzato un fatturato trimestrale di 43,6 miliardi di dollari e un utile netto di 9,5 miliardi di dollari. Come ci si aspettava, l’utile è in calo del 18%, per la prima volta da dieci anni a questa parte: il secondo trimestre 2012 si era chiuso con un utile di 11,6 miliardi di dollari e oggi siamo a 9,5 miliardi. Il fatturato invece è cresciuto dell’11% passando da 39,2 miliardi di dollari del 2012 (secondo trimestre) a 43,6 miliardi di dollari di oggi.
Come gli analisti avevano anticipato il margine lordo di Apple è sceso dal 47,4 % di un anno fa al 37,5% di oggi, e questo si spiega sia con l’introduzione di prodotti a bassa profittabilità come iPad mini sia con la grande popolarità di cui gode ancora iPhone 4, preferito da molto utenti al nuovo iPhone 5. Proprio i melafonini, prodotto di punta di Apple, questo trimestre hanno registrato solo un +3% nelle vendite (che comunque hanno portato nelle casse di Apple ben 22 miliardi di dollari). Lo scorso anno Apple nello stesso trimestre aveva venduto 35 milioni di iPhone contro gli attuali 37 milioni e 11,8 milioni di iPad contro i 19,5 milioni di oggi. In leggera flessione le vendite dei Mac, pari a poco meno di 4 milioni: lo scorso anno nello stesso periodo, Apple aveva venduto 4 milioni di Mac. iTunes e gli altri servizi software valgono 4 miliardi di dollari e sono in crescita del 30%. Infine le vendite internazionali hanno pesato per il 66% del fatturato.
«La nostra generazione di cash rimane molto forte, con oltre 12,5 miliardi di cash flow generato dalle operazioni nel corso del trimestre, e un cash balance finale di 145 miliardi di dollari», ha affermato Peter Oppenheimer, CFO di Apple.
Apple ha annunciato anche un programma di restituzione agli azionisti di circa 100 miliardi di dollari, in parte aumentando i dividendi del 15% e in parte aumentando di sei volte il valore di riacquisto delle proprie azioni attraverso un programma di buyback per 60 miliardi di dollari.
Tim Cook, Ceo di Apple, si è poi rivolto alla comunità degli investitori finanziari riprendendo un vecchio claim di tanti anni fa, che aveva reso celebre Apple nel mondo. Quel “think different” che ora secondo Cook, va applicato alla società stessa: gli analisti di Wall Street devono smettere di considerare Apple una start up con tassi di crescita stellari ma devono considerarla una società ormai matura con altri ritmi di crescita. Certo è difficile far digerire alla comunità finanziaria i 280 miliardi di dollari persi in capitalizzazione sul mercato in questi mesi, a mano a mano che il titolo Apple scendeva. E tutti, Wall Street compresa, si aspettano da Cook una svolta importante: l’ingresso su un mercato nuovo, come potrebbe essere quello della Apple TV o del wearable computing. Ma Cook ha rimandato ogni novità di prodotto a quest’autunno e al 2014, promettendo che si tratterà di qualcosa di veramente grande.