Dopo che il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha presentato il 12 ottobre scorso il bando di assegnazione delle frequenze “WiMax” nella banda 3.4-3.6 GHz, ADD (Anti Digital Divide) ha analizzato nel dettaglio il documento avanzando in seguito alcuni dubbi su di esso.
I punti cardine del bando sono tre:
1. Garanzie che il singolo aggiudicatario deve prestare. Ogni aggiudicatario deve garantire una significativa copertura territoriale ed un particolare impegno nelle aree a “digital divide”. La copertura territoriale è calcolata con un meccanismo a punti previsto dal disciplinare di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata.
2. I Comuni sono suddivisi in tre distinti elenchi. 30 dei 60 punti da raggiungere devono essere realizzati installando impianti nei Comuni a «digital divide totale», raccolti in un apposito elenco allegato al Bando di Gara.
3. Trascorsi i 30 mesi dal rilascio del relativo diritto d’uso, gli aggiudicatari che non utilizzino completamente le frequenze assegnate, sono tenuti a soddisfare richieste di soggetti terzi di accesso alle frequenze stesse, sulla base di negoziazione commerciale.
Mentre l’associazione si dichiara soddisfatta dei primi due punti sopra elencati, ritiene pericolosa la possibile interpretazione del terzo. Senza ulteriori chiarimenti è infatti concreta la possibilità che gli obblighi contrattuali sanciti nei primi due punti diventino esecutivi solo dopo i 30 mesi preventivati. In questo caso, infatti, la paura dell’associazione è quella di giungere a un congelamento della copertura con conseguenti ritardi anche notevoli prima della reale implementazione della rete WiMax.
L’Add si augura dunque che vengano effettuati vari controlli in corso d’opera, atti a verificare l’effettiva attività dell’assegnatario nel lavoro di copertura del territorio.