Come ogni anno arriva la classifica Fortune delle prime 500 aziende degli Stati Uniti, ordinate in base alle dimensioni del fatturato e degli utili, e questa volta c’è più di una sorpresa per le società tecnologiche.
A guidare la classifica delle società più profittevoli dell’area della Silicon Valley non c’è più Hewlett Packard bensì Apple, che nel 2013 occupa il sesto posto della classifica Fortune 500, subito prima di General Motors e molto prima di società del calibro di IBM e di banche come Citigroup e Bank of America. In un anno Apple è balzata dalla 17esima posizione ad essere la sesta società americana per dimensioni di fatturato (156 miliardi di dollari) e profitti (41 milioni e 773.000 dollari.
Hewlett Packard che per cinque anni è stata l’azienda rappresentativa della Silicon Valley nella classifica Fortune top 500 è invece scesa dal decimo al quindicesimo posto, penalizzata dalle vistose perdite subite nel fatturato (e pari a 12,7 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Fortune).
Tra le prime 50 società in classifica, i nomi di aziende della Silicon Valley non sono poi molti, oltre a quelli di Hp e Apple: IBM è al 20esimo posto, Microsoft al 35esimo e Amazon al 49esimo.
Un risultato come quello ottenuto da Apple deve far pensare, perché fa a pugni con l’andamento del titolo azionario, penalizzato negli ultimi sette mesi tanto da perdere più del 44% del suo valore. Ciò evidenzia ancora una volta come i mercati finanziari e azionari siano in realtà frutto di speculazioni che poco hanno a che vedere con l’effettiva solidità di un’azienda. La classifica Fortune premia i risultati e non le aspettative dei mercati.