Neelie Kroes, Vice presidente della Commissione Europea e responsabile dell’Agenda Digitale ha chiesto ieri, in un accorato discorso ai membri del Parlamento Europeo, l’abolizione ufficiale di uno dei “balzelli” che rappresenta oggi una principale fonte di guadagno per gli operatori mobili: i costi di roaming del traffico internazionale.
Il discorso della Kroes è molto semplice: siamo in un mercato unico europeo e non si capisce perché i cittadini appena varcano il confine del loro paese debbano essere vessati da tariffe di roaming internazionale che cambiano da nazione a nazione oltre che da operatore a operatore, e incidono sia sui costi delle chiamate, sugli Sms e sulle connessioni dati. Tanto per dare un’idea i costi delle chiamate in roaming effettuate sulle reti di carrier europei dentro i paesi dell’Unione, arrivano anche a 35 centesimi di euro per un minuto di chiamata in roaming e fino a 46 centesimi di euro verso gli Stati Uniti, mentre per il traffico dati si paga anche fino a 79 euro cent a megabyte scaricato.
Per le telco, i proventi del roaming sono forse una delle aree più redditizie in questo momento, (secondo alcuni analisti incidono per il 5% sul fatturato globale) visto che sulle chiamate nazionali e gli Sms ormai la concorrenza è talmente spietata da ridurre comunque sempre più le tariffe. Togliere anche il roaming significherebbe ridurre gli introiti delle telco e di conseguenza, chiedono gli operatori, dove si troverebbero i soldi da investire per migliorare le attuali infrastrutture di rete e farle evolvere verso collegamenti sempre più veloci?
In realtà il tema del roaming era già stato discusso in sede europea lo scorso anno e il legislatore aveva deciso di abbassare le tariffe e tenerle fisse fino al 2017. Non solo, a luglio 2014 dovrebbe entrare in vigore la possibilità per tutti i cittadini europei di acquistare pacchetti di roaming anche da gestori mobili diversi dal proprio, il che introdurrebbe quindi maggiore concorrenza tra gli operatori e un’ inevitabile corsa a offrire le tariffe migliori.
Naturalmente la proposta della Kroes ha incontrato il plauso dell’Associazione Europea dei Consumatori che però sottolinea il rischio di un probabile rincaro delle chiamate domestiche su cellulare, come compensazione al venir meno degli introiti sul roaming. La battaglia insomma è aperta, da un lato c’è l’esigenza di creare un mercato digitale unico, con regole e tariffe uguali per tutti, dall’altro ci sono le esigenze delle telco, che ogni anno devono sostenere ingenti investimenti in nuove infrastrutture. Spetterà al Parlamento Europeo prendere una decisione, Neelie Kroes non è donna da retrocedere dai suoi passi: come ricorda oggi il New York Times nel riportare la notizia, la Kroes è nota con il soprannome di “Steely Neelie” (steel in inglese significa acciaio) e Microsoft ancora si ricorda la multa di 1 miliardo di dollari inflittale dalla Kroes nel 2008 per il sistema operativo Windows.