Una maggiore integrazione con i servizi Google e con le nuove applicazioni disponibili nell’Apps Marketplace, fanno delle nuove Google Apps una piattaforma aperta a tutti, anche ai clienti dell’eterno rivale Office.
Cambia radicalmente la suite applicativa che Google lanciò nel lontano 2007, precorrendo tempi e modi dell’era del cloud computing. Quella che allora era la prima vera sfida a Office, disponibile senza dover scaricare nessun software, oggi è diventato un ecosistema sempre più ricco, utilizzato da 3 milioni di imprese e 30 milioni di utenti nel mondo.
Ieri Google ne ha presentato per così dire la release 2.0: nuovo nome, nuove funzioni e soprattutto massima libertà di scelta per l’utente su quale piattaforma e con quale browser utilizzare le Apps. La versione gratuita per utenti privati e piccole imprese (fino a 50 dipendenti) conosciuta come Standard Edition ora si chiama solo Google Apps. La versione Premier (quella per le aziende a 40 euro di canone annuo) si chiama Google Apps for Business e mantiene invariato il prezzo con l’aggiunta di qualche funzione per il mondo business (ad esempio Google Video, supporto telefonico, Service level Agreement (SLA) e disponibilità dei servizi al 99,9%) . Infine la versione gratuita per scuole e Università si chiamerà d’ora in poi Google Apps for Education.
Ma al di là delle diverse denominazioni le nuove Apps contengono un maggiore integrazione sia con il mondo dei servizi Google: ad esempio in Google Docs o in Gmail si può scrivere un documento utilizzando il traduttore di Google oppure sfruttare servizi come AdWords, Reader, Analytics e molti altri, sia con il mondo delle Apps sorto attorno al Google Marketplace e pensato per arricchire l’offerta della suite applicativa. Grazie a tutto ciò oggi le Google Apps contengono un’offerta di 60 diverse applicazioni. Gli utenti possono scegliere nel marketplace quali ulteriori prodotti utilizzare, senza installare mai nessun software. Circa 130.000 applicazioni create da oltre 250.000 sviluppatori, avvalendosi dell’App Engine, la cui integrazione è visibile anche dall’interno dei vari moduli della suite (Google Docs, Gmail, Calendar, ecc). Tutto è accessibile in qualsiasi momento utilizzando un unico account: quello di Google. In sintesi le aziende hanno quindi a disposizione tre sorgenti applicative: l’offerta di Google, l’offerta del Marketplace e quella basata sull’ App for Engine in cui l’azienda si costruisce in proprio un portfolio applicativo. Il tutto è già disponibile on line in 40 lingue e chi è già utente delle Google Apps riceverà gli aggiornamenti in automatico.
Google ha annunciato anche due nuovi servizi rivolti agli utenti del mondo Microsoft e in primis a Office: il primo è gratuito (Google Cloud Connect) ed è un plug ins da installare all’interno di Office 8versioni 2003, 2007 e 2010), che consente di condividere nel cloud documenti realizzati con la suite Microsoft (ad esempio un foglio Excel o una presentazione PowerPoint) anche senza essere clienti delle Apps e mantenendo la stessa interfaccia applicativa. Il secondo, Google Message Continuity, è un servizio di backup recovery della posta su server Exchange ed è frutto dell’acquisizione di Postini. Le aziende che utilizzano server di posta Microsoft possono replicare in the cloud su Gmail tutte le attività che avvengono sul server Exchange, in questo modo in caso di fermo o blocco del server, gli utenti possono continuare ad accedere alla loro posta via Gmail. Questo servizio di backup avrà un canone aggiuntivo ai 40 euro delle Apps, ma come è stato anticipato dal country manager di Google Italia, Luca Giuratrabocchetta, si tratterà di un canone molti ridotto (intorno ai 5 euro) in fase ancora di definizione.
Infine Google sta cercando di portare lo stesso concetto di “collaborative computing” delle Apps anche sul mondo mobile. La funzione di Google Docs Mobile Editing annunciata ieri, permette infatti di modificare i documenti realizzati con le Google Apps anche da telefoni mobili e iPad. Oggi l’ufficio è il mondo e sempre più c’è necessità di poter accedere a documenti di lavoro mentre si è fuori dalla sede. Google ha pensato per questo servizio un sistema di autenticazione a due fattori: oltre a user password è previsto infatti un codice numerico (simile a quello dei token per l’Internet banking) che viene generato al momento e inviato via Sms per accedere ai documenti da condividere e modificare. Il mobile Editing supporta sia la piattaforma Android che tutti gli altri tipi di dispositivi mobili, lasciando all’azienda la libertà di scegliere di quale cellulare dotare i dipendenti. E in caso di smarrimento del telefono c’è la possibilità di cancellare tutto il contenuto. Ma le novità sulle Apps sono sempre in continuo rilascio e per tenersi aggiornati c’è un apposito blog.