Se Amazon pensa di poter consegnare i propri libri utilizzando i droni, non è così improbabile che Google riesca a realizzare robot funzionali. Illazioni e semplici rumors? Nient’affatto, almeno stando all’intervista che Andy Rubin, vicepresidente di Google e padre di Android, ha rilasciato al The New York Times.
Facciamo un passo indietro. Da qualche tempo Rubin ha ceduto il timone dello sviluppo del più diffuso sistema operativo per smartphone a Sundar Pichai per dar vita ad una nuova divisione di BigG, finora tenuta lontana dai riflettori della stampa, che si occuperebbe appunto di robotica.
Per l’ingegnere di Google si tratterebbe di un ritorno al suo primo grande amore. Prima di entrare in Apple agli inizi degli anni ’90, Andy Rubin ha infatti lavorato presso Carl Zeiss occupandosi di robotica. Con il “senno del poi” si capisce perché Rubin abbia utilizzato il nome Android per la sua creatura software.
Il progetto della nuova unità è quello di immettere sul mercato nel più breve tempo possibile una serie di robot destinati alle linee di produzione e alla distribuzione. E per farlo ha già fatto shopping negli Stati Uniti e in Giappone, acquisito ben sette società specializzate nel settore della robotica e dell’intelligenza artificiale. Un passo indispensabile per poter avere in casa tutte le tecnologie necessarie per costruire robot mobili capaci di eseguire alcune funzioni umane.
In totale riservatezza Andy Rubin ha così seguito direttamente gli accordi con Schaft, un piccolo team di robotica giapponese che ha recentemente lasciato l’università di Tokyo per sviluppare un robot umanoide, Industrial Perception, una start-up che ha sviluppato sistemi di visione e braccia robotizate per il carico e scarico dei camion.
Tra le altre acquisizioni figurano quelle di Meka e Redwood Robotics, due aziende di San Francisco che da tempo si occupano dello sviluppo di robot umanoidi e di bracci robotici, Bot & Dolly, un produttore di sistemi di telecamere di nuova generazione che sono state recentemente utilizzate per creare effetti speciali nel film Gravity.
Nel carniere di Google sarebbero finite anche Autofuss, che si concentra sulla pubblicità e del design e Holomni, una piccola azienda che produce moduli per veicoli omnidirezionali. E le acquisizioni sono destinate a proseguire. La nuova divisione di Google, che potrebbe anche essere trasformata in una società a sé stante, ha uffici a Palo Alto e in Giappone.