I bibliofili lo snobbano, gli editori lo temono ma ci sperano, gli appassionati di tecnologia lo amano: l’e-book è uno dei fenomeni culturali del momento.
Di Sergio Lorizio e Marco Martinelli
Articolo tratto da PC Professionale n. 237 del mese di dicembre 2010
Ormai da decenni siamo abituati alla testualità elettronica. Scriviamo quotidianamente e-mail e documenti al computer e sempre al Pc, o su altri dispositivi, ogni giorno ci informiamo sul Web, leggiamo decine di messaggi di posta elettronica e consultiamo testi di vario tipo, spesso senza avvertire nel modo più assoluto la necessità di stamparli. Eppure, per quanto riguarda i libri, continuiamo a preferire la carta, anche se gran parte dell’attività sulla filiera editoriale, dalla scrittura all’editing all’impaginazione, è realizzata al Pc. Da cinque secoli il libro a stampa è il supporto principe per veicolare il testo e, pur con l’evoluzione tecnologica nei processi e nei materiali, “l’oggetto libro” è rimasto sostanzialmente lo stesso dai tempi in cui i codici hanno sostituito i rotoli di pergamena.
Un arguto video in lingua spagnola pubblicato sul sito Web Leerestademoda (Leggere va di moda) e ripreso su YouTube con grande successo (con i sottotitoli in italiano si vede su www.youtube.com/watch?v=nsravNklRes, riportato per comodità nella pagina) esalta, parodiando il lancio di un nuovo e rivoluzionario prodotto informatico, le doti eccezionali di Book, nome commerciale assegnato a un “dispositivo bio-ottico per la conoscenza organizzata” che altro non è se non il tradizionale volume cartaceo declinato in chiave hi-tech.
In un video spagnolo diffuso su YouTube, il tradizionale libro a stampa è interpretato in chiave hi-tech come nuova frontiera tecnologica per l’intrattenimento e la conoscenza.
Vale la pena, ai fini del nostro articolo, riportarne il contenuto testuale. “Book – afferma lo speaker – è privo di cavi, di circuiti elettrici, di batterie, non richiede connessioni, è compatto, portatile e utilizzabile ovunque. Non essendo alimentato elettricamente, non ha bisogno di ricaricarsi e può essere usato per tutto il tempo che si vuole. Book non si blocca mai e non deve essere inizializzato, basta aprirlo per sfruttarne subito gli enormi vantaggi. È stato costruito con pagine numerate sequenzialmente, ognuna delle quali contiene milioni di bit d’informazione. La pagina è scandita otticamente e i dati sono registrati direttamente a livello cerebrale. Un semplice movimento delle dita permette di cambiare pagina rapidamente. Le pagine sono unite tra loro e sono protette e mantenute nell’ordine corretto da un dispositivo chiamato copertina. Grazie all’impiego di carta opaca, i produttori possono sfruttare entrambe le facciate del foglio, in modo da raddoppiare le informazioni e ridurre i costi. Molti Book contengono un indice che segnala a quale pagina esatta si trovino le informazioni richieste per il loro immediato recupero. L’accessorio opzionale “marca pagina o segnalibro” permette di riaprire Book nel punto esatto in cui è stata interrotta l’ultima sessione, anche quando Book è stato chiuso…È anche possibile inserire annotazioni e commenti personali utilizzando un semplice strumento di programmazione: la matita. Il dispositivo “leggio” permette poi di posizionare Book nel modo più opportuno per leggerlo senza usare le mani. Un semplice movimento delle dita è sufficiente per voltare pagina. Book rispetta l’ambiente perché è realizzato con materiale riciclabile al 100%. Portatile, duraturo ed economico, Book – conclude il presentatore – è il precursore di una nuova ondata d’intrattenimento che trasformerà il modo in cui comprenderemo il mondo”.
È tutto vero. Il libro è un ottimo strumento di lettura, pratico ed economico, ed è contro le sue prerogative, consolidate da una tradizione secolare, che deve confrontarsi la sua controparte elettronica, l’e-book. Prima di proseguire, però, è bene sgomberare il campo da un potenziale equivoco: a volte, il termine e-book è usato impropriamente sia per indicare il testo elettronico sia il dispositivo di visualizzazione. Quest’ambiguità deriva forse da un retaggio culturale: nel libro a stampa, infatti, il testo e il supporto di lettura (il libro in quanto oggetto fisico) formano un tutt’uno inscindibile, per cui la parola “libro” può indicare sia l’opera (“I fratelli Karamazov è l’ultimo libro di Dostoevskij”) sia l’oggetto fisico (“passami quel libro”). In ambito digitale, invece, questi due elementi sono entità distinte con caratteristiche proprie e viaggiano su binari separati, sebbene siano destinati a congiungersi. Da un lato, perciò, abbiamo l’e-book vero e proprio, ovvero il file che contiene il testo dell’opera, dall’altro abbiamo il dispositivo di lettura, sia esso un Pc, un netbook, uno smartphone, un tablet o, per l’appunto, un lettore di e-book dedicato.