La famiglia Blackvue si compone di cinque modelli, differenti per caratteristiche tecniche e prestazioni, ma tutti immediatamente contraddistinguibili per il loro design cilindrico. Si tratta di una gamma davvero completa, che comprende anche due modelli a due canali: in pratica una doppia dash cam, in grado di registrare non solo quanto avviene di fronte, ma anche tutto quello che succede alle spalle.
Il top di gamma a singolo canale è il DR500GW–HD, testato in questa rassegna. Ringraziamo Speeka (www.speeka.com) per averci fornito l’esemplare in prova. A differenza degli altri modelli che trovate in queste pagine, il design è – senza alcun dubbio – raffinato ed elegante. E sotto questo punto di vista il DRGW500-HD è perfetto per chi è alla ricerca di un dispositivo che non sia solo funzionale ma anche bello, che non sfiguri bordo di un’auto sportiva o di lusso.
Il corpo, un piccolo cilindro lungo 12 cm con un diametro di 3,6 cm dal colore grigio titanio opaco, presenta su due lati opposti piccole feritoie quadrate, fatte per favorire il corretto raffreddamento dei componenti elettronici. Il corpo si innesta sul supporto tramite un incastro ad anello e, grazie alla ghiera dentata, può essere ruotato di 360° lungo l’asse orizzontale (con passi di 9°).
Il DR500GW è stato progettato per lavorare in pieno automatismo ed è praticamente privo di pulsanti. Sul lato vicino al supporto si trova il connettore per l’alimentazione e il pulsante di accensione del Wi-Fi. Sullo stesso lato è alloggiata anche la scheda micro Sd (da 16 Gbyte) nascosta però da uno sportellino. Sul lato opposto è invece integrato un tasto a sfioramento, che serve ad attivare/disattivare la registrazione audio. Il rovescio della medaglia, di questo design, è che il dispositivo è privo di un display proprio e, per verificare che l’inquadratura sia corretta, occorre utilizzare il proprio smartphone o tablet.
Se il corpo cilindrico offre una piena libertà di fissaggio, di contro non offre punti di riferimento precisi e ogni volta è consigliabile verificare la correttezza dell’inquadratura. Di per sé questo problema avrebbe una soluzione ovvia: visto che la dash cam può funzionare anche quando l’auto è parcheggiata (come vedremo più avanti), basterebbe collegarla e verificare solo la prima volta che l’inquadratura sia quella corretta. A questo punto “dimenticate” che è un accessorio e la lasciate sempre montata, proprio come una dotazione standard dell’auto. Purtroppo l’occasione fa l’uomo ladro e vedere un dispositivo dall’aspetto hi-tech, piccolo e agganciato al parabrezza potrebbe far gola a più di qualche ladruncolo.