Quando finisce la giornata lavorativa e quando inizia la vostra vita privata? Per molti la distinzione tra le attività di lavoro e quelle personali è marcata chiaramente da luoghi e tempi (pensate a una commessa o a un operaio), ma il numero di persone che si occupano di business anche la sera, nei fine settimana o in qualsiasi momento se ne presenti la necessità è in continua crescita. Nel 2014 non sono certamente solo i Ceo o i manager delle aziende multinazionali a rispondere a una e-mail o a un messaggio, a preparare una presentazione o qualche altro documento la sera o nei fine settimana, ma una fetta crescente di dipendenti, professionisti, consulenti o semplici collaboratori.
di Filippo Moriggia
Per lavorare da casa servono ovviamente degli strumenti che permettano di accedere alle risorse aziendali, garantendo un livello minimo di sicurezza e affidabilità . Smartphone, tablet o notebook in grado di collegarsi in modo sicuro, inviare e ricevere email, produrre documenti. Le aziende si trovano dunque davanti a una scelta fondamentale: o permettono al dipendente di portare con sé i dispositivi aziendali o consentono l’uso di dispositivi di proprietà del dipendente. In passato la pratica più consolidata, anche per motivi fiscali, era la prima. Il numero di dipendenti che aveva questa esigenza era relativamente ridotto e l’acquisto di un portatile o un cellulare aziendale permetteva di aumentare le spese, pagando meno tasse. La crisi, l’esigenza di ridurre sempre più spese e sprechi e l’evoluzione sempre più rapida dei dispositivi mobili ha però invertito questo trend. Molti dipendenti infatti – affascinati dalla tecnologia – acquistano tablet o smartphone più avanzati e sofisticati di quelli aziendali e dunque premono per utilizzarli in azienda e a casa anche per svolgere il proprio lavoro.
Questo fenomeno viene chiamato consumerization (una parola inglese che descrive l’avvicinamento del mondo professionale a quello consumer) e coinvolge l’intero settore informatico da ormai diversi anni. Basta pensare alla diffusione di dispositivi come l’iPad anche in azienda o al numero crescente di Ultrabook – portatili ultrasottili e curati esteticamente – che oggi fanno parte delle linee business dei principali produttori di Pc. Ormai la tecnologia vince, a casa e in azienda, solo quando riesce ad affascinare e coinvolgere non solo sistemisti e appassionati, ma anche “l’uomo della strada”. Secondo un’indagine del 2013 di Innovation Group su 70 aziende di media e grande dimensione la maggior parte di esse (più dell’80%) già permette o prevede il concetto di Byod (Bring Your Own Device, letteralmente “portati il tuo dispositivo”), ma si tratta di una possibilità riservata solo a pochi: manager, professionisti e profili più alti. E cosa succede invece nelle aziende più piccole della realtà italiana?
Tracciare un quadro è certamente difficile, ma il trend è sicuramente in evoluzione. Secondo Gartner il Byod e il Cloud sono di fatto il futuro del mercato It, insieme alla crescente presenza dei dispositivi mobili anche all’interno dell’azienda, dunque tutte le realtà , piccoli e grandi, devono essere preparate a sfruttare questo fenomeno, riducendone al minimo i rischi. Prima di capire meglio nel dettaglio quali tecnologie permettono di sfruttare al meglio il Byod vediamo dunque quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo fenomeno. (…)
Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale di ottobre 2014