Il neologismo Hackintosh – fusione dei termini Hacking e Macintosh – identifica il progetto che ha come obiettivo quello di permettere l’installazione di un sistema operativo OS X su un computer non prodotto da Apple e con architettura x86. L’idea è nata dieci anni fa quando, durante la Worldwide Developers Conference del 2005, l’azienda di Cupertino ha annunciato l’abbandono dell’architettura PowerPC di Ibm – in uso dal 1994 – per migrare a quella Intel x86, annullando di fatto le differenze hardware tra i computer Mac e i Pc standard.
L’annuncio di Steve Jobs è stato dirompente: da un lato ha permesso ad Apple di ampliare il proprio mercato e di cavalcare l’onda di espansione del mercato dei notebook dominato dalle architetture Intel sempre più efficienti e potenti; dall’altro una volta abbattuto il muro più importante che separava due mondi – Mac e Pc divisi da architetture hardware incompatibili – è stata però solo una questione di tempo prima di vedere OS X operare su computer x86 standard. Oggi, grazie agli sforzi della comunità di sviluppatori interessati al progetto e alla collaborazione di moltissimi utenti, l’installazione di OS X su un computer comune è molto più semplice rispetto a pochi anni fa, soprattutto dopo l’introduzione delle ultime due versioni di OS X (Mavericks e Yosemite) e l’arrivo di Mac con hardware sempre più allineato a quello dei Pc in commercio. L’installazione del sistema operativo Apple su computer normali è quindi possibile, ma prima ancora di cominciare dobbiamo evidenziare che tale procedura viola una delle clausole accettate durante la fase di installazione del sistema operativo Apple e che quindi l’operazione è passibile di un’azione legale da parte dell’azienda di Cupertino.
Questa non ha mai agito in modo diretto contro la comunità o utenti singoli che portano avanti il progetto in forma sperimentale, mentre non ha ignorato quei soggetti che hanno tentato o tentano di trarre profitto attraverso la commercializzazione di computer non Apple con sistema operativo OS X. A differenza del passato, l’attuale metodo di installazione non prevede modifiche a porzioni di codice protette dai brevetti Apple, ma solo l’utilizzo di un bootloader sviluppato in modo indipendente e la modifica a porzioni di driver open source. Il procedimento che permette di installare OS X su un personal computer non è semplice come su un Mac originale e per giungere a un sistema funzionante si devono affrontare e superare diversi ostacoli, così come è necessario prendere dimestichezza e comprendere alcuni elementi chiave del sistema operativo OS X.
Non è un esperimento adatto a tutti in quanto è richiesto un lavoro certosino e una buona dimestichezza con componenti hardware e software, così come tanta pazienza per non farsi prendere dal panico per affrontare i frequenti problemi sia in fase di installazione sia durante la configurazione. In questo articolo illustriamo come operano i metodi per installare OS X su un “comune” desktop (la compatibilità con i notebook è più limitata), quali sono le funzioni che a oggi non operano in modo corretto su un Hackintosh e presentiamo una guida generale per provare OS X sul vostro Pc. Se l’hardware a vostra disposizione è compatibile, sarà possibile far funzionare la maggior parte delle periferiche. (…)
Trovate l’articolo completo su PC Professionale di febbraio 2015