La fiera di Berlino che si è tenuta quest’anno dal 4 al 9 settembre si è confermata come un’importante vetrina sul mondo dell’elettronica di consumo. Se si vuole avere un’idea di cosa ci riserva il futuro in ambito tecnologico, non solo da qui a tre mesi, fare un salto all’Ifa può essere molto esplicativo. I 1.645 espositori presenti (l’anno scorso erano 1.538) esibivano qualsiasi cosa potesse avere a che fare con la consumer electronics, dai frigoriferi che si collegano a Internet agli smartwatch da polso di ultima generazione; l’unico problema della fiera, che si accentua nel corso degli anni, può essere proprio rappresentato dal fatto che è molto dispersiva. Ciò comunque non ha scoraggiato di certo i visitatori, che sono stati circa 245.000, 5.000 in più rispetto allo scorso anno. Durante i cinque giorni della manifestazione il volume degli ordini ha generato 4,35 miliardi di Euro.
di Pasquale Bruno
Il fatto che Intel abbia scelto la vetrina dell’Ifa per la presentazione ufficiale della sesta generazione dei processori Core rende bene l’importanza assunta dalla fiera berlinese non solo a livello europeo. L’edizione di quest’anno ha visto un consolidarsi dei trend in atto già da qualche tempo; non ci sono stati annunci rivoluzionari, piuttosto si poteva notare l’aumento della diffusione di alcune tecnologie che sono ormai usciti dallo stadio di sviluppo iniziale e si propongono con maggiore forza sul mercato. È il caso ad esempio del mondo IoT, (Internet of Things, Internet delle cose), in particolare applicato al settore della domotica. Quest’anno sono scesi in campo diversi produttori di grande peso, primo fra tutti Samsung, che ha mostrato le proprie soluzioni. Il piccolo scatolotto Smart Things Hub da 99 dollari permette di controllare una lunga serie di sensori installabili in casa direttamente dal proprio smartphone. Le possibilità sono innumerevoli: telecamere di sorveglianza, riscaldamento e aria condizionata, illuminazione, impianto audio, lavatrice, allerta gas o allagamento, sensori volumetrici di allarme, possono tutti essere controllati in pochi clic. Questa e tante altre soluzioni di innumerevoli produttori, subito disponibili sul mercato e semplici da usare, sono la risposta a un’importante sfida che si gioca a partire da oggi e che durerà per molti anni.
Per quanto riguarda le tecnologie strettamente mobile, in particolare per gli smartphone, si nota un progressivo aumento delle dimensioni dei display, che per quanto riguarda la fascia medio-alta ha superato la soglia psicologia dei 5 pollici, attestandosi sulla dimensione media di 5,2″. Alcuni top di gamma nascono direttamente con 5,5″.
Cresce la diffusione dei processori a otto core, grazie anche alle soluzioni Mediatek a basso costo apparse persino sui prodotti di fascia media. Sui modelli economici la connettività 4G/Lte è diventata standard, così come un display in tecnologia Ips di buona qualità a risoluzione Hd o superiore.
Nonostante la contrazione delle vendite sono comparsi tanti nuovi tablet, in particolare con sistema operativo Windows 10; è evidente come la disponibilità del rinnovato sistema operativo di Microsoft abbia spinto i produttori ad azzardare nuove proposte nella speranza di ridare slancio alle vendite. La maggior parte dei nuovi modelli sono di tipo convertibile, con tastiera staccabile o ripiegabile a 360 gradi; un fattore di forma fortemente spinto da Intel e supportato dalla nuova generazione dei processori Atom serie x3, x5 e x7 (architettura Cherry Trail e SoFIA). Le dimensioni dei display, 8 o 10 pollici per i modelli base, possono salire anche a 12, 13 o addirittura 15 pollici per alcuni modelli. Con 300 euro è possibile portare a casa un valido modello 2 in 1 con tastiera staccabile; l’arrivo sul mercato di tablet e convertibili di nuova generazione è previsto in tempo per le vendite natalizie, dunque se non avete fretta è meglio aspettare.
Per quanto riguarda gli smartwatch, sono arrivati diversi nuovi modelli in particolare da Samsung, Motorola e Alcatel, tutti caratterizzati da un display tondo che rappresenta ora la nuova linea stilistica. Sono oggetti spesso molto eleganti, che ricordano un cronografo tradizionale, con ampia scelta di finiture e cinturini; il problema di questi dispositivi resta l’autonomia, che nel caso migliore arriva a due giorni. Neanche l’Apple Watch è riuscito a fare di meglio su questo fronte. (…)
Trovate l’articolo completo su PC Professionale di ottobre 2015