Piattaforma Intel Atom e sistema Windows 10: sembrano pen drive, ma gli Stick Pc sono veri e propri “mini desktop”. Pregi e difetti di questo nuovo form factor.
Un “desktop” che potrete, letteralmente, infilare in tasca. I primi modelli sono già disponibili e molti altri sono pronti a entrare sul mercato. Stiamo parlando di una nuova categoria di desktop, classificabile come “Stick Pc“. A prima vista sembrano pen drive dopo una pesante cura di steroidi: misurano circa 10 x 4 cm, con uno spessore di 1 cm o poco più e un peso di 50-60 grammi. A uno sguardo più attento si nota che in realtà il connettore non è di tipo Usb, ma Hdmi, mentre sotto la scocca è integrata una minuscola scheda madre con processore multicore (Cpu e Gpu), memoria, storage e connettività wireless. E a differenza di altre soluzioni, con processore Arm e sistema operativo Android, in questo caso è adottato Windows 8.1 o Windows 10. Insomma, un sistema desktop a tutti gli effetti.
Il “trucco”, per racchiudere un desktop in un formato così compatto, è quello di utilizzare una piattaforma pensata per i tablet. A promuovere e a portare lo Stick Pc sul mercato è stata Intel, che al CES 2015, fiera mondiale dell’elettronica di consumo che si tiene ogni inizio di gennaio a Las Vegas, ha presentato il suo Compute Stick. Arrivato sul mercato statunitense nella tarda primavera, è stato seguito a ruota da altri produttori, che hanno proposto soluzioni più o meno “clonate”.
Stick pc: arriva da Intel il sistema di riferimento
In modo del tutto simile a quanto capita con Amd e Nvidia, che sulla base delle loro Gpu producono schede grafiche “reference” per tutti gli altri produttori, Intel ha realizzato il Compute Stick, che ha di fatto dettato le linee guida per questa nuova categoria di prodotti. Non stupitevi, quindi, se molte tra le soluzioni che trovate nelle prossime pagine sembrano copie quasi perfette della soluzione Intel. A diversificarle è il solo prezzo e alcune, minime, differenze hardware. Visto che il core business di Intel non è certo vendere il Compute Stick, ma promuovere le sue piattaforme, il costo di vendita è leggermente più alto dei “concorrenti”. Ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche hardware di questa generazione di Stick Pc.
Il “cuore” del sistema è un Soc, ovvero System on a chip, Atom Z3735F (piattaforma Bay Trail-T). Il processore, basato sulla microarchitettura Silvermont, integra una Cpu quad core a 1,33 GHz e una Gpu dual core a 311 MHz. Queste frequenze possono salire rispettivamente a 1,83 GHz e 646 MHz grazie alla Burst Technology, che ha la piena gestione delle frequenze di Cpu e Gpu. A limitare tutto c’è il Tdp o Thermal Design Power (Intel in questo caso preferisce parlare di Sdp o Scenario Design Power) complessivo. La piattaforma Bay Trail-T è stata progettata per il mondo tablet e ha un Sdp massimo di 2,2 W, con un Tdp inferiore ai 4 W. Le dimensioni dell’intero Soc sono di appena 17 x 17 mm; perfetto quindi anche per realizzazioni ultracompatte come il Compute Stick.
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I SETTE MINI PC SOTTO TEST
➜ Archos PC Stick
➜ Komu Mini Pc
➜ Hannspree Micro PC
➜ Intel Compute Stick
➜ Lenovo Ideacentre Stick 300
➜ Nexxt PC Stick
➜ TrekStor Mini Pc W1
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Dal punto di vista architetturale segnaliamo che questa generazione di Cpu è stata la prima, della classe Atom, in cui Intel ha abbandonato un approccio con istruzioni in order per una più classica (ed efficiente) di tipo out of order. Il salto, prestazionale, con la precedente generazione di Atom è netto e anche se non è certo equivalente alle Cpu della famiglia Core, ha una potenza di calcolo più che sufficiente per le applicazioni 2D standard (suite Office, navigazione Web, semplici funzioni di fotoritocco, gestione dei contenuti video fino al Full Hd).
La Gpu, una derivazione diretta dell’Intel HD di settima generazione presente in Ivy Bridge, è compatibile con le DirectX 11 e in grado di pilotare monitor con risoluzione 1.920 x 1.080. Perfettamente adatta ai televisori Full Hd, ma non a quelli Ultra Hd. Da segnalare che in questo Soc è integrato un encoder H.264 dedicato per l’accelerazione in hardware dei video, senza che questo impegni né la Cpu né la Gpu.
La memoria di sistema del Compute Stick è 2 Gbyte di Ddr3L (dove la “L” sta per Low Voltage) per la versione Windows 8.1, mentre scende a 1 Gbyte per la versione con sistema operativo Linux. Per lo storage, ovviamente di tipo flash, si è adottato un modulo eMmc da 32 Gbyte; spazio più che sufficiente per sistema operativo e programmi, un po’ meno per i dati. Però è possibile espandere lo spazio a disposizione grazie al lettore di schede micro Sd (compatibile con il formato Sdxc, con capacità supportata fino a 128 Gbyte). Dal punto di vista della connettività è integrato sia il Wi-Fi (802.11 bgn) che il Bluetooth 4.0.
L’espandibilità , visto il poco spazio a disposizione, è ridotta davvero all’osso: oltre all’Hdmi è presente una porta Usb 2.0 host. Stop. L’altra porta micro Usb è necessaria all’alimentazione: al Compute Stick serve un alimentatore in grado di erogare 2 ampere a 5 volt. Non è quindi sufficiente una porta standard (per esempio un’eventuale Usb presente sul monitor o sulla Tv) che eroga sì 5 V, ma con una corrente di 500 mA. Non è neanche adatto il carica batteria dello smartphone, che arriva – solitamente – a 1 ampere. Indispensabile quindi abbinare il Compute Stick al suo alimentatore o a uno equivalente (tipicamente un modello micro Usb per tablet).