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Test: Chromecast, Google raddoppia

Redazione | 14 Gennaio 2016

SmartTV

Le periferiche di streaming targate Google si sdoppiano: trasmettere non solo alla Tv ma anche agli altoparlanti. Chromecast, la soluzione […]

Le periferiche di streaming targate Google si sdoppiano: trasmettere non solo alla Tv ma anche agli altoparlanti.

Chromecast, la soluzione (e rivoluzione) targata Google arriva alla seconda generazione. A poco più di due anni di distanza dal primo modello (annunciato sul mercato americano a luglio 2013, ma arrivato nel nostro paese solo nel marzo 2014) Google raddoppia, presentando una seconda generazione profondamente rivisitata e un secondo dispositivo completamente nuovo.

Se il primo modello era progettato per portare in streaming sul televisore una serie di contenuti normalmente fruiti tramite smartphone o tablet, proponendo a un costo abbordabile a tutti la possibilità  di trasformare il proprio televisore in una vera e propria Smart Tv, la seconda generazione Chromecast si pone obiettivi ancora più ambiziosi. Due i modelli proposti, caratterizzati da un fattore di forma inusuale e di sicuro impatto e da funzionalità  molto diverse: Chromecast e Chromecast Audio.

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Il primo rappresenta l’evoluzione naturale del suo predecessore (che abbiamo recensito sul sito di PC Professionale), un prodotto dotato di connessione Hdmi con funzioni di condivisione avanzate. Esteticamente le differenze sono evidenti e, soprattutto, funzionali. A differenza del modello precedente il connettore Hdmi non è più integrato, ma esterno e dotato di un piccolo cavo di prolunga che ne permette l’inserimento in tutti gli schermi dotati di tale interfaccia senza però ostruire la connessione di altri prodotti. Nella parte opposta è presente un connettore micro Usb 2.0 per l’alimentazione (in dotazione alimentatore da 1 A e cavo) e il pulsante di accensione, affiancato da un led di stato.

Il cavo Hdmi adesso è integrato ed è più semplice collegare il Chromecast alla Tv, senza dover utilizzare adattatori o prolunghe.

Il cavo Hdmi adesso è integrato ed è più semplice collegare
il Chromecast alla Tv, senza dover utilizzare adattatori o prolunghe.

Il suo utilizzo è legato al televisore e dopo la procedura ci configurazione (che vedremo tra poco) è possibile inviare al Chromecast lo streaming video direttamente dalle app dedicate o da quelle che hanno implementato l’interfaccia Cast. Non è possibile comandare direttamente il prodotto, che non funziona come un normale media player. Non ha in dotazione un telecomando o un’interfaccia utente direttamente accessibile, ma permette solo di trasmettere contenuti avviati da un sistema esterno. Sotto questo punto di vista il suo utilizzo è identico al predecessore e dipende nello specifico dalle applicazioni compatibili.

Il secondo modello si focalizza invece su un segmento di mercato non del tutto nuovo per Google, approcciato però in maniera molto diversa e decisamente più dinamica. Il Chromecast Audio rappresenta infatti la soluzione Google per lo streaming audio su dispositivi tradizionali, dotati di input tramite jack da 3,5 mm, via Rca o anche con connessione ottica. Lo scopo del prodotto è quello di permettere lo streaming remoto su Hi-Fi domestici, su altoparlanti portatili o su altri prodotti del genere, il tutto senza la necessità  di collegare fisicamente il proprio smartphone o tablet al dispositivo.

Chromecast Audio supporta gli ingressi da 3,5 mm/Aux con il cavo in dotazione, Rca e ottici con i cavi opzionali.

Chromecast Audio supporta gli ingressi da 3,5 mm/Aux con il cavo in dotazione, Rca e ottici con i cavi opzionali.

In questo caso forma e dimensioni non cambiano, anche se Google ha voluto inserire un tocco molto particolare (e simpatico) che lo distingue dal Chromecast Video: sulla superficie, attorno al logo del prodotto, sono infatti riprodotti i classici solchi dei dischi in vinile, che sottolineano la vocazione audiofila. Anche le connessioni sono, ovviamente diverse, in questo caso nessun connettore integrato, ma un jack multifunzione da 3,5 mm che permette però uscite multiple. In dotazione è presente un cavo a doppio jack da 3,5 mm lungo circa 15 cm, mentre come accessori opzionali si possono trovare adattatori per connettori Rca o per cavi audio ottici (la porta contiene al suo interno il meccanismo di trasmissione ottica). Inalterato il resto: un piccolo pulsante per l’accensione affiancato da un led di stato e da una porta micro Usb 2.0 per l’alimentazione. Anche in questo caso è in dotazione l’alimentatore Usb da 1 ampere.

Il funzionamento è speculare per i due prodotti, così come il setup iniziale che prevede l’installazione su smartphone o tablet di un’app specifica (sono supportati tutti gli Android con sistema operativo KitKat 4.4 o successivo, iPhone o iPad con iOS 7.0 o successivo e Chromebook con Chrome 28 o successivo). Presenti anche il supporto a sistemi desktop o notebook, sia Windows sia Mac, che siano dotati del browser Google Chrome. Manca invece il supporto ufficiale a terminali Windows Phone.

Da notare la modalità  ospite, che rappresenta probabilmente uno dei veri punto di forza del prodotto. Il Chromecast permette infatti di combinare la wireless interna con quella domestica, permettendo agli ospiti di accedere direttamente a quella del prodotto e condividere contenuti audio senza passare per quella di casa. In questo modo possono accedere al Chromecast più di un dispositivo per volta, consentendo un vero e proprio sharing musicale condiviso.

Il setup inziale è davvero semplice. Una volta avviata l’applicazione essa si accorgerà  della presenza di uno (o più) dispositivi Chromecast nelle vicinanze (che generano una rete wireless propria per la fase di installazione). Una volta selezionato l’accoppiamento avverrà  in pochi istanti, così come l’avvio della configurazione vera e propria, che consiste in un test audio e, successivamente, all’inserimento delle credenziali della rete Wi-Fi comune ai due, quella alla quale si connetterà  autonomamente il Chromecast senza più la necessità  dell’applicazione dedicata.

I dispositivi, ricordiamolo, sono infatti oggetti più avanzati rispetto a normali media player, che ricevono i contenuti da un dispositivo locale e li riproducono. Il concetto di “cast”, ripreso anche dal nome prodotto, indica che i contenuti vengono solo lanciati da smartphone o tablet, ma vengono in realtà  scaricati dalla rete direttamente dal prodotto. Esempio pratico un video su Youtube: quando inviato dallo smartphone sul Chromecast quest’ultimo accederà  all’indirizzo del video via Internet e lo trasmetterà  direttamente, senza che il dispositivo di partenza sia interessato da un qualunque flusso dati.

Le applicazioni disponibili sono nel complesso limitate come numero assoluto, ma rappresentano il meglio disponibile nel panorama mondiale relativo ai contenuti audio/video. Parliamo di tutto l’ecosistema Google (Youtube, Film, Play Music, Documenti e praticamente tutte le altre), oltre che Netflix, Twich, Spotify, Deezer, TuneIn Radio, Plex, Infinity e tantissime altre (Sky è assente).

Il funzionamento dei prodotti è buono, e rappresentano due opportunità  per due ambiti d’uso diversi. Il primo dispositivo è la scelta più economica e razionale per trasformare il proprio schermo o televisore in una vera e propria Smart Tv connessa alla rete, mentre il secondo porta lo streaming audio a tutti coloro che amano ascoltare i propri brani in compagnia degli amici, potendo contare su diffusori finalmente più potenti di uno smartphone condividendo senza fili la musica preferita.
Davide Piumetti
[divider]

Chromecast Video

Euro 39,00 Iva inclusa

PRO
Smart Tv a portata di mano
Prezzo contenuto

CONTRO
Non funziona con tutte le app
Poco sfruttato in abbinamento a una Smart Tv
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Chromecast Audio

Euro 39,00 Iva inclusa

PRO
Streaming audio veloce
Prezzo contenuto

CONTRO
Se non utilizzate le funzioni evolute potrebbe essere sostituito da un semplice cavo audio

Produttore: Google, www.google.com