Doveva essere attivato a partire dal 10 aprile. Ma a quattro giorni dal termine, Tim fa marcia indietro. Fa marcia indietro sul contestato Tim Prime, un nuovo servizio a pagamento che, per il suo meccanismo di attivazione, aveva attirato le ira di utenti e delle associazioni dei consumatori. Secondo le intenzioni della società telefonica, infatti, Tim Prime sarebbe stato attivato, di default, su tutti i piani Privati ricaricabili, con poche eccezioni. Ad attirare le ire era proprio questa modalità di attivazione, senza il consenso esplicito dell’utente, che avrebbe visto introdurre un costo aggiuntivo (circa 2 euro in più al mese) per un servizio non richiesto.
Proprio per guidarvi in una scelta consapevole, settimana scorsa abbiamo pubblicato un articolo su questo argomento, spiegandovi i termini del servizio e i suoi possibili vantaggi, ma anche come potevate “rinunciare” a Tim Prime, senza incorrere a inutili spese. Ma proprio oggi Tim fa una clamorosa marcia indietro: ha rilasciato uno stringato comunicato stampa (al termine di questo post trovate riportata la versione integrale) in cui dichiara che, “con l’obiettivo primario di mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti”, sospenderà l’applicazione del servizio Prime. La speranza è che questo cambio di rotta sia definitivo e che tutti gli operatori telefonici non ci impongano più, senza il nostro consenso esplicito, servizi aggiuntivi, magari utilissimi e convenienti, ma che non abbiamo richiesto.
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TELECOM ITALIA VALUTA OPPORTUNA LA SOSPENSIONE DI TIM PRIME
Roma, 6 aprile 2016
La Società , con l’obiettivo primario di mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti e di assicurare un confronto aperto, sereno e costruttivo con le Autorità , rende noto di aver sospeso l’applicazione di TIM Prime, nelle more dell’avvio delle interlocuzioni con le Autorità in merito e volte al lancio di nuovi e migliori servizi.
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