Il successo dei dispositivi mobile, come smartphone e tablet, è stato talmente fragoroso da aver causato contraccolpi significativi anche in altri settori: Microsoft ha deciso che Windows dovrà trasformarsi in un sistema operativo universale per computer, telefoni e tablet, e anche nel mondo Linux alcuni attori conosciuti, come per esempio Ubuntu, stanno lavorando da tempo a una nuova generazione di sistemi operativi che siano in grado di funzionare su diverse tipologie di device.
Ma questa attenzione alla convergenza ha portato a trascurare il tradizionale desktop, che magari non sarà più di moda ma rimane uno strumento quotidiano di lavoro, svago e studio per oltre un miliardo di persone. Mint Linux ha saputo ritagliarsi il suo spazio proprio lavorando sulle esigenze di questo vasto pubblico silenzioso, e proponendo una distribuzione Linux che si caratterizza per una eccellente ergonomia e un’attenzione al dettaglio quasi maniacale.
Linux Mint è un progetto abbastanza recente. Non ha ancora compiuto 10 anni (la prima versione risale all’estate del 2006) ma ha attirato l’attenzione di moltissimi utenti Linux: da tempo, infatti, è in testa alla classifica delle distribuzioni più attive nel sito DistroWatch.com. Un po’ come Ubuntu, Mint è in realtà una famiglia di sistemi operativi, che si differenziano tra loro per la scelta del sistema di base e dell’ambiente grafico: la versione principale è basata su Cinnamon ed è derivata da Ubuntu, ma esiste anche una versione derivata da Debian, distribuita come rolling release (senza rilasci di nuove versioni ma con aggiornamenti continui, un po’ come accade con Windows 10), che però rimane più indietro nello sviluppo e nell’implementazione delle novità rispetto alla release principale.
Cinnamon è un ambiente grafico elegante e moderno, ma caratterizzato da un’impostazione tradizionale e amichevole per gli utenti di Windows. È nato nel 2011, dopo che l’ambiente grafico Gnome è passato alla versione 3, con cambiamenti sostanziali nell’interfaccia e nella direzione del progetto: Ubuntu ha iniziato a proporre la sua interfaccia (Unity), ma gli sviluppatori di Mint hanno deciso di seguire una strada diversa, pur continuando a basare la loro distribuzione su Ubuntu. Sono partiti dal codice di Gnome 3 ma non hanno utilizzato la nuova Gnome Shell, che è stata sostituita da un’interfaccia utente più tradizionale, simile per impostazione a quella di Gnome 2.