Google pubblica periodicamente dei dati sulla percentuale di diffusione delle diverse versioni di Android; sono informazioni utili soprattutto agli sviluppatori ma possono dare un’idea di come si sta muovendo il mercato degli smartphone.
Secondo gli ultimi dati aggiornati al 6 giugno, l’ultima versione di Android, nome in codice Marshmallow, è installata sul 10,1% dei dispositivi. Considerando che Android 6 è stato annunciato circa otto mesi fa, non si tratta di un dato molto incoraggiante. Dalla tabella si nota che la versione 5.x (Lollipop) è ancora quella più diffusa, presente sul 35,4% dei dispositivi.
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Il dato preoccupante però è un altro. Il 52,4% degli smartphone e tablet è ancora fermo alla versione 4.x, vecchia di anni, con tanti problemi e poco supportata dalle app più recenti.
Per questi dispositivi, specie per quelli più datati con a bordo le versioni 4.0.x, 4.1.x e 4.2.x, è praticamente inutile sperare in un aggiornamento.
Per quelli più recenti basati su Android 4.4 (KitKat), che rappresentano ben il 31% del totale assoluto, si può essere leggermente più ottimistici.
La frammentazione delle versioni del sistema operativo è da sempre uno dei problemi più grandi del mondo Android (insieme alla diversità di hardware circolante). La colpa è più che altro dei singoli produttori di smartphone e tablet, che abbandonano a sé stessi i dispositivi anche dopo pochi mesi dall’uscita sul mercato, non rilasciando più aggiornamenti.
Se una politica del genere può essere giustificabile per modelli molto vecchi, lo è meno per tutti quelli recenti che hanno ancora la versione 5 a bordo.
Non è solo un problema di nuove funzioni o di un’interfaccia grafica più bella, ma soprattutto di sicurezza. Android N è dietro l’angolo e ci sono ancora tanti smartphone top di gamma, pagati profumatamente, che non hanno ricevuto l’aggioramento alla versione 6.