Si avvicina sempre di più l’appuntamento con l’attesissimo WWDC e qualcuno in casa Apple rilascia anticipazioni sui cambiamenti in arrivo per l’App Store: a parlare è il senior vice president del marketing, Phil Schiller, che ha diradato un po’ di suspence su un argomento che interessa molto da vicino il mondo dei developer.
Dopo aver osteggiato l’idea in passato, ora, la società di Tim Cook ha deciso di aprire l’App Store dedicato ad iOS al concetto delle app in abbonamento, non si acquista più in programma ma si paga un canone annuale per utilizzarlo: nel compiere questo passo, sempre a detta di Schiller, la Mela Morsicata ha tenuto conto le necessità degli sviluppatori, evitando di mettere in difficoltà i developer indipendenti e, allo stesso tempo, puntando sempre sulla soddisfazione degli utenti con un’esperienza soddisfacente.
Le app che sono già state installate sui propri device non saranno nuovamente visualizzate tra le app suggerite quando l’utente visita nuovamente lo store: questo per ottimizzare da una parte una promozione efficiente da parte degli sviluppatori e, dall’altro, per non “disturbare” l’utente con una ripetizione che è potenzialmente indesiderabile.
Gli user in possesso di device con supporto 3D Touch, invece, avranno a disposizione una funzione in più: gli stessi potranno infatti consigliare il download di app agli amici in rubrica, a partire dalla Home.
Apple ha anche ripensato la politica di la suddivisione degli introiti derivanti dalle vendite nell’App Store: fino ad oggi, Cupertino ha sempre richiesto il 30%, ma dal 2017, la società di Tim Cook ridurrà la sua provvigione al 15% per le applicazioni che prevedono il pagamento sotto forma di abbonamento e non di acquisto, permettendo in questo modo agli sviluppatori di trattenere per sé l’85%.
Questa chiave di ripartizione sarà valida per le iscrizioni attive da un anno: qualora questo criterio fosse già soddisfatto, la nuova politica sugli introiti sarà disponibile a partire dal prossimo 13 giugno 2016.