Dagli Stati Uniti, ci giunge la notizia di come la realtà virtuale possa essere impiegata nella terapia del dolore con risultati interessanti, evitando inoltre l’assunzione di oppiacei da parte dei pazienti. Tutto è stato reso possibile dal lavoro della startup AppliedVR, che ha realizzato una speciale app – Bear Blast – per Samsung Gear VR, il cui uso non comporta gli effetti collaterali che invece sono presenti tramite l’assunzione dei farmaci.
All’interno di questa applicazione – che offre un’esperienza utente di gioco – l’unico obiettivo è quello di distrarre il paziente, piuttosto che assegnargli delle mete o dei risultati da raggiungere, con il risultato che in questo modo la persona si distrae e, quindi, si riesce almeno in parte ad alleviare il dolore fisico presente: a questo proposito, è stata condotta una sperimentazione che ha coinvolto 60 persone differenti.
Dopo aver domandato ai pazienti di indicare su una scala di valori l’intensità del dolore provato (con una media di 5.5 punti su 10), gli stessi sono stati coinvolti nella sperimentazione con la realtà virtuale, giocando per circa venti minuti, al termine dei quali è stato rilevato nuovamente il valore del dolore stimato dalle persone: la media dei pazienti registrata è quindi scesa a 4.4, con una riduzione della percezione del dolore di quasi il 25 percento.
Secondo i medici, questo risultato è paragonabile a quanto si potrebbe ottenere somministrando alle persone degli analgesici a base di oppiacei per il trattamento di manifestazioni di dolori acuti: con l’incremento della disponibilità di device utili per la VR, nonché di soluzioni concepite dalle startup in questo ambito, assisteremo ad un’interessante evoluzione anche in campo medico?