Le nuove tecnologie hanno forgiato nuove professioni, alcune delle quali salutano la scrivania e girano il mondo mantenendo il proprio lavoro.
Il nomadismo digitale negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, la possibilità di collegarsi da ogni parte del mondo ha reso possibile scegliere il luogo in cui lavorare mantenendo lo stesso tipo di lavoro senza abbandonare i clienti. È nata così la figura del freelance 2.0. Abbiamo chiesto ad Alberto Mattei, fondatore di NomadiDigitali.it di parlarci di questo fenomeno.
Ciao Alberto e grazie di aver accettato di farti intervistare da PC Professionale, vuoi raccontarci e provare a spiegarci come nasce questo fenomeno?
Ciao e grazie per questa opportunità . Credo che per comprendere al meglio del nomadismo digitale sia importante prima di tutto definire chi siano esattamente i Nomadi Digitali.
A differenza di come alcuni vorrebbero far credere, il nomadismo digitale non ha nulla a che vedere con il nomadismo antropologico, ovvero con una forma di esistenza sociale che implica spostamenti periodici per la sopravvivenza e la riproduzione del gruppo. Il nomade digitale non è necessariamente un viaggiatore che vive con uno zaino sulle spalle, spostandosi continuamente da un Paese all’altro, ma è un professionista che ha scelto di darsi nuove priorità nella vita, mettendo l’indipendenza professionale, la libertà personale e la possibilità di muoversi liberamente senza dover aspettare il week end o i 20 giorni di ferie l’anno, ai primi posti nella sua scala dei valori.
Diventare nomade digitale significa sfruttare le opportunità del Web e utilizzare le tecnologie digitali per conquistarsi la libertà personale e professionale di poter vivere e lavorare da luoghi diversi, ovunque nel mondo vi sia una connessione alla Rete.
Già negli anni ‘70 il sociologo canadese Herbert Marshall McLuhan, nella sua interpretazione degli effetti prodotti dalla comunicazione sulla società e sul singolo, aveva immaginato un futuro in cui i professionisti si sarebbero spostati da una parte all’altra del mondo, trovando le strutture indispensabili alla sopravvivenza in ogni luogo.
A mio modo di vedere il nomadismo digitale nasce da una serie di fenomeni e tendenze economiche, sociali e culturali strettamente correlate tra di loro, vediamone alcune:
- Viviamo nell’era dell’informazione e dell’economia basata sulla conoscenza. Ciò che determina il successo, non è più il bene prodotto, o il macchinario per la sua produzione, ma il know how, le idee e le informazioni che stanno dietro a quel bene, che in più possono essere scambiate. Know how, idee e informazioni sono un qualcosa di mobile – e dunque di nomade – per eccellenza.
- Lo sviluppo tecnologico agevola la mobilità individuale e il nomadismo accrescendone le potenzialità . Se fino ad ora tutti gli elementi che caratterizzavano la nostra identità erano associati a un luogo fisso, oggi grazie alle tecnologie mobili possiamo portare in poco spazio e ovunque i nostri libri, la nostra musica, i nostri contatti, i nostri ricordi e soprattutto il nostro lavoro.
- La mobilità è, in tutte le sue forme, l’elemento dominante della società contemporanea.
- Il lavoro diventa “smart”. Smartworking. Autonomia, flessibilità , responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di un nuovo approccio lavorativo, sostituendo controllo, gerarchia, rigidità .
- Le nuove tecnologie mobili slegano il lavoro dai luoghi: non è più indispensabile essere in un ufficio per comunicare, fare una riunione, incontrare i clienti. Infrastrutture VoIP, strumenti di webconference e instant messaging, applicazioni per dispositivi mobili, social network, sono le soluzioni che abilitano il lavoro in remoto.
- Internet ha introdotto nuovi modi di lavorare e di consumare che mettono profondamente in discussione il sistema economico tradizionale. Una tendenza crescente verso la micro-imprenditorialità , l’ascesa della classe creativa o l’economia freelance. Ogni giorno nascono nuove piattaforme online che sostengono le persone nel tentativo di ottenere l’indipendenza economica e personale, bypassando gli intermediari tradizionali.
- Molti professionisti non vogliono più passare tutta la propria vita lavorativa nella stessa azienda alle dipendenze di qualcuno, ma sentono il bisogno di realizzarsi autonomamente. Contemporaneamente le aziende assumono sempre meno, preferendo utilizzare lavoratori su richiesta, pagati solo ed esclusivamente a prestazione, lasciandoli liberi di lavorare dove e quando vogliono a fronte di una loro maggiore responsabilizzazione sui risultati.
- Non ultimo in ordine di importanza credo che il nomadismo digitale nasca anche dall’aspirazione di molte persone ad una vita più leggera, alla leggerezza del non possedere, alla voglia di potersi muovere e viaggiare liberamente senza aspettare il week end o i venti giorni di ferie l’anno. Fino ad ora il conformismo sociale ci ha portato ad inseguire modelli di ricchezza ad ogni costo dove il possesso di beni materiali e la loro ostentazione determinano lo status di un individuo e anche la sua identità , legandolo per sempre al possedere per essere. Oggi sono tanti quelli che sognano di liberarsi del peso dei vincoli, delle responsabilità e delle preoccupazioni che inevitabilmente l’acquisto, il possesso e il mantenimento dei beni materiali comportano per tornare a vivere di esperienze.
Ci sono caratteristiche determinanti da un punto di vista umano e professionale per esfere un Nomade Digitale?
Non credo sia necessario avere delle caratteristiche particolari o sia indispensabile svolgere specifiche professioni per essere un Nomade Digitale. Credo piuttosto sia una questione di valori e di aspirazioni personali.
Chi aspira ad un modello di benessere basato su valori convenzionali, come stabilità personale e professionale, posto fisso di lavoro, macchine e case di proprietà , beni materiali, ferie pagate e pensione a fine carriera, sicuramente non è la persona adatta per intraprendere questo stile di vita.
Chi invece aspira al cambiamento, alla scoperta, al movimento e nella scala delle sue priorità mette al primo posto i valori legati all’autorealizzazione, all’indipendenza professionale e alla libertà personale, allora è il candidato ideale per il nomadismo digitale.
Da un punto di vista professionale credo che oggi Internet offra grandi opportunità a chiunque abbia voglia e capacità di mettersi in discussione per provare a sganciarsi definitivamente dai compromessi del lavoro tradizionale,
Quando ho lanciato Nomadi Digitali, ho deciso di realizzare un “Manifesto”. Questo oltre ad essere una dichiarazione di intenti in 10 punti per spiegare, diffondere e promuovere il nomadismo digitale in Italia, è anche una sintesi degli aspetti e dei valori comuni che ho riscontrato nella maggior parte delle persone che in tutto il mondo ha scelto di avvicinarsi a questo nuovo stile di vita e di lavoro.
Per alcuni sembra quasi una scelta “hippy 2.0”, cosa c’è di vero dietro?
Oggi in molti su Internet parlano e scrivono di nomadismo digitale perché fa tendenza, ma sono davvero pochi quelli che hanno ben chiaro cosa significhi vivere e lavorare da nomade digitale.
Nell’immaginario collettivo il nomade digitale viene ancora rappresentato come un viaggiatore che lavora con il suo computer portatile in un ostello o sotto una palma di una spiaggia tropicale.
La verità è che queste sono solo definizioni e immagini stereotipate che trasmettono un’idea completamente sbagliata della vera essenza e del vero significato dell’essere un nomade digitale.
Essere nomade digitale significa unicamente una cosa: conquistarsi la libertà personale e professionale di poter vivere e lavorare da luoghi diversi nel mondo sfruttando le nuove tecnologie digitali, ognuno seguendo le proprie motivazioni, ambizioni ed esigenze personali.
Tu sei un Nomade Digitale, ci racconti il tuo ultimo anno?
Io non sono una persona che ama spostarsi frequentemente da un posto all’altro. Sia per motivi personali che professionali preferisco avere base in un determinato luogo e spostarmi solo quando ne sento davvero il bisogno. Mi piace molto stringere nuove amicizie, ascoltare e conoscere gente, mi piace scoprire le tradizioni, la cultura, il cibo, integrarmi ed immergermi totalmente nel tessuto sociale del luogo dove scelgo di fermarmi. Mi piace molto l’idea di poter lasciare una parte di me in ogni luogo dove io possa sentirmi sempre a casa ogni volta che ritorno.
Quest’anno ho scelto di fermarmi in Sicilia e nonostante questo, durante l’ultimo anno delle mia vita ho cambiato tre case, ho vissuto in due città diverse, ho passato un periodo di tempo a Malta e ho fatto diversi viaggi a Berlino e a Roma.
Consigli per chi volesse intraprendere questo tipo di stile di vita e lavorativo?
La maggior parte delle persone che si avvicinano per la prima volta a questa nuova filosofia di vita e di lavoro e decidono di intraprendere questo percorso sono convinte che la prima cosa da fare sia quella di trovare online un lavoro che gli permetta di farlo.
Personalmente credo che questo sia un errore. Diventare nomade digitale infatti prima di essere una scelta professionale è una scelta di vita ed è fondamentale, come prima cosa, prendere consapevolezza di quali siano le motivazioni reali, personali e professionali, che spingono a cambiare stile di vita e soprattutto è molto importante porsi degli obiettivi reali e concreti da raggiungere.
C’è una frase molto bella e molto significativa di un scrittore americano Ben Stain che dice “Il primo passo indispensabile per ottenere le cose che vuoi dalla vita è questo: decidere quello che vuoi”. Una volta stabiliti quali sono le proprie priorità e i propri obiettivi personali è importante iniziare a porsi delle domande: che cosa voglio fare nella vita? Che cosa mi appassiona? In cosa sono davvero bravo? Di cosa ho davvero bisogno per sentirmi realizzato? Come posso aiutare altre persone a migliorare la loro vita?
Per crearsi un’alternativa professionale sfruttando le opportunità del Web è infatti indispensabile ragionare in maniera completamente diversa rispetto al mondo del lavoro tradizionale. Il lavoro non va cercato, ma va creato partendo da quello che si ama fare.
In un mondo estremamente competitivo come quello del Web per avere successo è fondamentale trovare la propria unicità , puntare tutto su se stessi e valorizzare al massimo i propri talenti e i punti di forza, oltre a imparare a comunicare in maniera efficace.
Se volete approfondire l’argomento il sito di Nomadi Digitali è ricco di informazioni, storie e consigli sul fenomeno del Nomadismo Digitale. Se invece volete raccontarci la vostra storia di nomadi, potete scriverla nei commenti.