Torniamo ad occuparci della realtà virtuale, questa volta spostandoci negli Stati Uniti, dove presso la prestigiosa Duke University è stata portata avanti una interessante ricerca destinata alla cura di persone che siano state toccate da paralisi. Mettendo insieme diversi strumenti, quali protesi, visori VR e computer ad hoc, alcune persone sono riuscite parzialmente a riottenere le capacità di movimento del proprio corpo.
In maniera particolare, è il visore per la realtà virtuale ad assicurare la componente chiave di una terapia che appunto consente di ottenere una simulazione ottimale del proprio corpo, con la quale la persona affetta da paralisi riesce a ripristinare una forma di contatto tra sé stessa e gli arti che non si muovono più: in sostanza, è la realtà virtuale a fungere da connessione tra la mente e il computer che si occupa della gestione delle protesi.
La sperimentazione condotta finora presso la Duke University ha potuto offrire una serie di risultati senz’altro degni di nota, considerando come alcuni pazienti – sofferenti di paralisi da diversi anni – siano riusciti nuovamente a percepire un certo livello di sensibilità nei confronti dei propri arti, o in alcuni casi, queste persone sono riuscite nuovamente a muoverli, compiendo un passo molto importante nella riabilitazione.
Considerando come queste persone fossero affette da problematiche di una certa complessità e gravità , dovute anche al danneggiamento della spina dorsale, restando per alcuni anni anche private della capacità di muoversi, i risultati ottenuti dalla Duke University sono veramente molto incoraggianti, e fanno sperare bene per il futuro.