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Ecco il computer capace di leggere il pensiero

Davide Micheli | 22 Agosto 2016

Dagli Stati Uniti, ci giunge la notizia che presso la University of Rochester è stato realizzato un tipo di computer in grado di prevedere quali parole pronuncerà  una persona, dopo averne analizzato l’attività  cerebrale.

Oggi vogliamo parlarvi di un computer molto interessante, sviluppato presso la University of Rochester, negli USA, e che mette a disposizione un’interessante funzione: questa macchina, infatti, dopo aver analizzato l’attività  cerebrale di una persona, è in grado di prevedere ciò che la stessa persona dirà  qualche istante dopo, in 7 casi su 10, indovinando in questo modo il pensiero espresso con la voce da un individuo.

La tecnologia sviluppata presso l’ateneo americano, secondo i ricercatori coinvolti nel progetto, potrebbe diventare centrale in futuro per quanto riguarda il sostegno ad individui che, dopo esser stati colpiti da un ictus, non riescono più a comunicare in maniera adeguata: questa applicazione in ambito medico non potrà  avvenire nel giro di poco tempo, tuttavia, gli sviluppatori del computer sono certi del potenziale della loro macchina.

Nell’illustrare i risultati ottenuti dai ricercatori con il loro progetto – di cui sono stati svelati i dettagli su Cerebral Cortex – è stato richiesta la collaborazione di 14 persone, alle quali è stato richiesto di leggere 240 frasi (in modo silenzioso), ricorrendo all’uso della risonanza magnetica funzionale per monitorare e ottenere informazioni dettagliate relative all’attività  neurale svolta dagli stessi individui.

Dopo aver “filtrato” le immagini dell’attività  cerebrale associate ad una frase, i ricercatori hanno poi puntato a spingere il computer a individuare le diverse interazioni cerebrali alla base di ogni singola parola, utilizzando questi modelli per riuscire a prevedere le parole che in seguito verranno utilizzate dalla persona per esprimere un altro pensiero: e il tasso di successo di quest’attività  di previsione è stato del 70 percento.

Un risultato non indifferente che fa sperare bene circa le applicazioni future di questa tecnologia in ambito medico.