Torniamo a parlare delle controversie legali dei big player statunitensi, questa volta occupandoci di Apple, che come tante altre aziende di dimensioni analoghe trae il maggior profitto possibile dalla creazione di strutture societarie collocate nelle giurisdizioni più convenienti. Ora, però, per Cupertino potrebbe arrivare un conto salato da pagare, considerando come la Commissione Europea si appresti a domandarle un miliardo di euro.
La società di Tim Cook potrebbe sborsare questa somma in ragione delle tasse arretrate, proprio perché secondo l’autorità europea, Apple avrebbe stretto un accordo di tax ruling per ridurre il livello dell’imposizione fiscale, andando ben al di sotto dell’aliquota ordinaria proposta dall’Irlanda, già abbastanza competitiva: ma da Dublino e Cupertino, giungono smentite relativamente a queste accuse.
Preoccupati dalla circostanza, anche le autorità federali americane si sono mosse per avvertire Bruxelles circa il suo atteggiamento in ambito fiscale: la tesi di Washington è che la capitale europea si stia trasformando in una sorta di autorità sovranazionale, un comportamento che potrebbe mettere a rischio gli accordi internazionali fiscali, invitando sostanzialmente la Commissione UE a non sanzionare l’azienda di Cupertino.
Se già in passato Starbucks e Fiat sono state toccate da questa problematica, nel caso di Apple, la questione potrebbe essere ben più rilevante, considerando come le due aziende abbiano dovuto sborsare alcune decine di milioni di euro di tasse arretrate. Nel caso di Apple, secondo le previsioni di JPMorgan, la fattura potrebbe essere ben più pesante: nella peggiore delle ipotesi, la cifra è valutata in 19 miliardi di dollari.