A più riprese ci siamo occupati di intelligenza artificiale, sottolineando come da più fronti – persino tra i big player del comparto – si siano levate delle voci per un dibattito che miri a stabilire degli ordini di priorità nell’adozione della stessa nei diversi ambiti della società , senza trascurare del resto nemmeno dei principi etici per evitare che l’implementazione di questa tecnologia possa portare a derive potenzialmente catastrofiche.
Dopo il report realizzato dalla Stanford University, un documento ritenuto come essenziale all’interno di questo dibattito, secondo le ultime indiscrezioni i cinque big player della Silicon Valley impegnati in questo comparto, Google, Amazon, IBM, Microsoft e Facebook avrebbero deciso di avviare delle trattative per arrivare a stabilire degli standard minimi di etica per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
Secondo le poche informazioni filtrate – e di cui il Times riporta soltanto alcuni principi – l’accordo dovrebbe mirare a far sì che l’attività di ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale sia concentrata unicamente alla realizzazione di soluzioni tecnologiche che possano comportare benefici per l’essere umano, cercando di stabilire i limiti dell’impatto della stessa in ambito lavorativo, nell’ambito dei trasporti e in quello bellico.
Del resto, l’applicazione pratica dei benefici dell’AI nella società dovrebbe essere estesa a tutte le fasce della popolazione, evitando che la stessa diventi uno strumento in mano unicamente ad una classe agiata, con il rischio che determinati individui – abusando della disponibilità di soluzioni tecnologiche – possano rendere ancor più ampio l’attuale divario esistente tra le classi sociali.