Dal prossimo 15 giugno 2017 entreranno in vigore le nuove norme comunitarie relative al roaming e, in sede europea, continua il dibattito circa le novità in arrivo. Dopo la proposta formulata da Juncker, che in sostanza prevedeva periodi di almeno 90 giorni per l’uso del “roaming gratuito“, ora, si fa strada una nuova idea, che va ad eliminare questo limite temporale.
Per cercare comunque di introdurre queste novità senza creare distorsioni sul mercato e, soprattutto, per lottare contro gli abusi, secondo la proposta sostenuta da Andrus Ansip e Gà¼nther à–ttinger dovrà essere introdotto un monitoraggio basato sull’effettiva residenza dell’utente, per evitare che vengano utilizzate SIM di operatori situati in Paesi membri dove le tariffe sono mediamente più basse all’interno di altre Nazioni in cui invece il livello dei prezzi sia più elevato.
Da questo punto di vista, il compito di vigilare contro questi abusi sarà demandato agli stessi operatori Tlc, i quali, di fronte ad evidenti casi di abuso – o comunque di anomalie – avranno la facoltà di intervento diretto: sarà quindi il criterio del “principio di residenza di legame stabile” sul territorio dello stato membro in cui ha sede l’operatore riconducibile alla SIM a valere.
In questa maniera, tanto le persone che lavorano, studiano o seguono programmi come Erasmus o ancora, coloro i quali sono espatriati pur tornando in maniera regolare nel proprio Paese natio, non saranno comunque toccati. Nel caso di abusi, invece, gli operatori potranno fatturare sovraccosti nell’ordine dei 4 centesimi al minuto (chiamate), 1 xentesimo per SMS o 0,85 centesimi per MB di dati.
Gli operatori dovranno autoregolamentarsi per quanto riguarda la gestione di contenziosi e dispute, e ancora, potranno comunque rivolgersi al garante delle Tlc del proprio Stato per ottenere delle deroghe alle regole UE, qualora il modello del roaming illimitato dovesse mettere a repentaglio il modello di business nazionale, imponendo il pagamento dei sovraccosti sopraindicati.