Quando si parla di inquinamento, spesso, si tende a considerare soltanto le polveri fini durante l’inverno, o ancora, le emissioni delle automobili: eppure, ci sono tantissime forme (molto diverse tra di loro) di inquinamento, che in ogni caso vanno a rompere un equilibrio, creando situazioni fastidiose ed innaturali in tantissimi contesti, come nel caso del rumore.
Proprio all’inquinamento cosiddetto acustico è dedicata l’app OpeNoise – realizzata in collaborazione tra l’Arpa Piemonte, il Politecnico di Torino e l’Istituto Superiore Mario Boella – che, dopo un anno di lavoro di sviluppo, è ora a disposizione degli utenti Android che, attraverso il loro smartphone, possono così monitorare il livello di rumore come se avessero un vero fonometro.
Dopo i test svolti tanto in laboratorio quanto in situazioni reali, l’applicazione OpeNoise ha reso dati sostanzialmente attendibili in rapporto ai risultati ottenuti tramite l’impiego di fonometri ad uso professionale: e per usare la stessa nella vita reale, è necessario prendere come riferimento i dati relativi a fenomeni sonori che possano fungere da metro di paragone.
Grazie a questo nuovo strumento, quindi, chiunque potrà farsi parte attiva nell’attività di monitoraggio dell’inquinamento acustico nel territorio, un fenomeno che spesso non viene preso in considerazione, ma che può avere effetti negativi sulla qualità di vita delle persone, influendo negativamente sul sonno o rendendo difficile la concentrazione.