Durante lo scorso mese di maggio, senza troppe cerimonie Microsoft ha svelato il nuovo servizio Flow, che è pensato per automatizzare i compiti ripetitivi e connettere tra loro applicazioni e servizi eterogenei.
Il suo funzionamento è basato su modelli di azione che possono essere creati e condivisi tra gli utenti, per rispondere in maniera automatica a eventi come il caricamento di un file nel cloud, la ricezione di un messaggio email oppure la pubblicazione di un nuovo elemento in un feed Rss.
Se il funzionamento vi ricorda servizi come Ifttt o Zapier, siete sulla strada giusta: Flow si inserisce proprio nel solco di questi strumenti, ma offre alcune peculiarità che lo differenziano rispetto ai concorrenti. Innanzi tutto si tratta di un servizio di Microsoft, e quindi è ben integrato nell’ecosistema dell’azienda di Redmond: oltre a grandi classici come Sharepoint, Dynamics o Office 365, Microsoft offre oggi un ricco portfolio di servizi e applicazioni Web, che comprende strumenti come Wunderlist, Yammer, Outlook.com o Project Online. Ma il successo di questi strumenti è legato alla possibilità di far comunicare tra loro applicazioni e servizi eterogenei; a oggi Flow offre 34 connettori, che permettono di accedere anche a servizi come SalesForce, Slack, MailChimp o GitHub, oltre a tutti i principali provider di cloud storage (Google Drive, Box, Dropbox e naturalmente OneDrive).
Sono disponibili anche integrazioni con alcuni social network, con i classici servizi Internet, come Ftp, Smtp e funzioni di accesso alle fonti di dati Sql. Rispetto ai principali servizi in questo settore, quindi, Flow sembra avere un’impostazione meno indirizzata al mercato consumer, e più concentrata sugli utenti professionali e sugli sviluppatori.