Torniamo ad occuparci di sicurezza informatica, dando uno sguardo alla ricerca pubblicata negli ultimi giorni dalla divisione europea di Symantec, la quale ha messo in evidenza come nell’area EMEA – che comprende cioè Europea, Medio Oriente ed Africa) – Roma figuri al terzo posto, detenendo peraltro il primato nazionale, per quanto riguarda il numero di botnet presenti.
Grazie a queste botnet, i criminali informatici possono sfruttare i device degli utenti – generalmente all’oscuro – per perpretare reati di ogni tipo, concentrandosi generalmente nell’organizzazione di exploit commessi da remoto: e nell’universo del Dark Web, spesso, c’è pure chi noleggia queste reti di computer zombie, andando a creare veri e propri battaglioni di macchine.
Può capitare, infatti, che nei casi delle più grandi botnet si mettano in rete milioni di device connessi ad Internet, grazie ai quali è possibile veicolare attacchi di grandi dimensioni, per esempio mandando offline qualche portale web, o ancora, per coordinare un invio massiccio di spam, come del resto per commettere una miriade di altri reati nel mondo digitale.
In conclusione, non è sempre detto che vi sia un legame tra location dove opera il cybercrime e paese in cui si trovano i computer zombie: può capitare, anzi, che i botnet siano organizzati in una logica offshore, per rendere ancor più complessa l’attività investigativa volta ad individuare i responsabili delle attività criminali.