Torniamo ad occuparci di tecnologia applicata al mondo sanitario: negli Stati Uniti, presso l’Università di Pittsburgh, attraverso l’impianto di un chip all’interno del cervello di una persona tetraplegica, è stato possibile far riacquisire il senso del tatto a quest’ultima, un risultato che apre la strada a nuove soluzioni per migliorare la qualità di vita di queste persone.
L’interfaccia sviluppata presso l’ateneo americano è di tipo umano-computer, e permette di stimolare con elettricità quei neuroni il cui ruolo è proprio quello di elaborare i segnali inviati dalle mani al cervello: in questa maniera è possibile rendere realistici gli impulsi, risultato ottenuto anche grazie all’uso di un braccio robotico “connesso” con il cervello.
I dati della sperimentazione hanno permesso di stabilire come, nel 93 percento dei casi, la persona tetraplegica ha classificato come “piuttosto naturali” gli stimoli ricevuti: questa percentuale si è ridotta all’84 percento dei casi nel momento in cui è stato collegato il braccio robotico al cervello della persona, ma sono entrambi dei risultati davvero incredibili.
In futuro, infatti, è verosimile che si possano arrivare a creare delle protesi molto più avanzate di quelle attuali, permettendo alle persone di recuperare (almeno parzialmente) le abilità perdute a causa di incidenti o di patologie debilitanti.