Dopo aver acquisito DoubleClick nel lontano 2007 – quando allora Mountain View riuscì a battere la concorrenza di Redmond – Google ha sempre assicurato una gestione ottimale degli aspetti relativi alla privacy, evitando che informazioni di altri suoi servizi potessero essere utilizzate dagli inserzionisti per riuscire a risalire agli utenti.
Questa policy per la privacy è rimasta immutata fino allo scorso mese di giugno, quando l’azienda di Sundar Pichai ha deciso di rivedere la sua prassi in materia: fino a quel momento, infatti, Mountain View ha sempre dovuto ottenere l’avvallo degli iscritti per associare i dati personali utili all’identificazione a quelli che vengono sfruttati invece per mostrare annunci mirati.
Da quest’estate in poi, invece, Big G ha deciso di delegare alle impostazioni relative alla privacy dell’account la gestione di questo aspetto, con il risultato che le attività svolte dagli utenti all’interno di applicazioni e servizi di Google possono essere messere in relazione con i dati personali, al fine di migliorare gli annunci pubblicitari e tanto altro.
Il servizio di advertising, quindi, potrà ora sfruttare i contenuti delle e-mail, o ancora, la cronologia delle ricerche effettuate, i contenuti multimediali caricati su YouTube per cercare di individuare i dettagli personali dell’utente. Per evitare che ciò accada, cliccate su questo link. e eliminate la spunta dalla voce “Utilizza anche i dati e l’attività dell’account Google per personalizzare gli annunci in questi siti web e queste app e archivia tali dati nel tuo account Google“.