Circa due settimane fa ci siamo occupati di una vicenda piuttosto imbarazzante che ha riguardato Facebook, quella relativa all’uso del criterio dell’affinità etnica per la pubblicazione di annunci pubblicitari (nel caso specifico per l’affitto di alloggi) all’interno della piattaforma social: la questione ha fatto discutere non poco e, ora, la società di Menlo Park è corsa ai ripari.
D’ora in poi, infatti, gli inserzionisti non potranno più decidere di non includere determinati gruppi etnici all’interno delle categorie di utenti ai quali sono rivolti gli annunci pubblicitari – un feature che, lo ricordiamo, era stata introdotta soltanto un paio di anni fa dalla stessa società di Mark Zuckerberg che, dopo il report di ProPublica, ha deciso di fare un passo avanti.
In effetti, le legge federale statunitense vieta di applicare delle dicriminazioni nelle pubblicità relative a case o posti di lavoro, in modo particolare escludendo delle persone in funzione della razza, del sesso o altri fattori assimilabili ai predetti: l’affinità etnica, secondo la stessa ProPublica, risultava proprio tra questi motivi di discriminazione proibiti per legge.
Secondo quanto comunicato da Facebook, quindi, in futuro non si potranno più pubblicare annunci pubblicitari applicando il concetto di affinità etnica per le categorie delle abitazioni, lavoro, crediti o altre risorse simili. L’azienda di Menlo Park sta anche sviluppando dei tool per il monitoraggio automatico degli annunci, proprio per impedire agli inserzionisti di discriminare gli utenti.