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Report Ericsson 2017: privacy a rischio e AI ovunque

Davide Micheli | 12 Dicembre 2016

VR

Nel Report Ericsson 2017, la società  evidenzia come i temi più rilevanti del futuro – in ambito tecnologico – riguarderanno la minaccia alla privacy e la sempre più frequente presenza di strumenti di intelligenza artificiale.

Il report Ericsson 2017 riporta alcuni spunti di riflessione interessanti per quanto riguarda i trend tecnologici che saranno onnipresenti sulla scena nel corso del prossimo anno: il ConsumerLab della società  svedese, infatti, mentte in evidenza come l’intelligenza artificiale sarà  implementata ovunque, il mondo virtuale sarà  sempre più innestato nella realtà  di tutti i giorni e, ancora, la privacy in ambito digitale sarà  messa sempre più a dura prova.

Per giungere a queste conclusioni, Ericsson ha preso in considerazione le opinioni di più di 7’000 internauti con capacità  tecnologiche avanzate – con un’età  tra i 15 e i 69 anni – distribuiti in 13 metropoli, ed emerso come l’intelligenza artificiale sia il primo degli argomenti, considerando come il 35% ne preconizza l’adozione in tantissimi ambiti.

In sostanza, l’utenza vorrebbe l’AI come una sorta di advisor in ambito lavorativo e, nel 25 percento dei casi, le persone desiderano avere quale manager una speciale forma di AI, sebbene la metà  degli stessi utenti abbia delle preoccupazioni circa il fatto che, in futuro, questi robt intelligenti possano sottrarre posti di lavoro alle persone.

Secondo un utente su tre, inoltre, in futuro la privacy digitale sarà  sempre più messa in discussione, arrivando anche a prevedere la totale scomparsa della stessa. Nel report si evidenzia poi come la realtà  virtuale – nel corso di circa tre anni – secondo 4 utenti su 5, sarà  completamente integrata in quella reale, diventando sostanzialmente indistinguibile dalla stessa.

In particolare, le calzature e i guanti per interagire con gli ologrammi sono tra gli elementi smart di questa rivoluzione. Infine, anche i social network hanno un ruolo sempre più centrale, diventando una fonte per l’informazione (secondo una persona su tre) e, più di una su quattro, ritiene che le opinioni dei propri amici siano più rilevanti di quelle espresse dai politici.