Diamo ora uno sguardo all’ultimo report sulla trasparenza pubblicato da Apple, nel quale emerge come nel primo semestre del 2016 la stessa azienda di Cupertino abbia ricevuto 946 domande di accesso ai dati degli utenti contenuti all’iterno di 1’615 device, numero quest’ultimo che comprende gli iPhone e gli iPad oggetto di interesse per le autorità giudiziarie del nostro paese.
Secondo quanto reso noto dalla società di Tim Cook, nel 64 percento dei casi è stato offerto l’accesso ai dati, precisando peraltro come queste richieste siano principalmente riconducibili a casistiche relative a furti, smarrimento o frodi in cui sono rimasti coinvolti i device degli utenti.
Negli Stati Uniti, invece, le richieste di accesso ai device degli utenti sono arrivate al totale di 4’822 (10’260 dispositivi interessanti), in crescita del 26% in rapporto al medesimo periodo del 2015: in questo paese, Cupertino ha dato seguito al 78% di queste domande.
È invece la Germania a guidare la classifica delle giurisdizioni le cui autorità hanno rivolto il maggior numero di richieste alla società di Tim Book: si parla di 12’633 domande che hanno interessato più di 52’000 device, con Apple che ha deciso di offrire assistenza nel 53 percento dei casi.
In ogni caso, Cupertino ha sottolineato di rispondere positivamente a queste domande soltanto qualora le stesse siano contraddistinte dal fatto di essere valide e, soprattutto, appropriate, fornendo comunque accesso alle informazioni strettamente utili.