Tramite il suo ultimo report, la società di sicurezza informatica Check Point ha messo in evidenza come, durante il mese di novembre, sia incrementata del 10 percento l’incidenza degli attacchi ransomware mediante Locky e Cryptowall (Global Threat Index), e in particolare, il nostro paese è stato testimone della sempre più importante rilevanza di queste minacce.
Per quanto – nel confronto mondiale – il nostro paese abbia perso fortunatamente qualche punto, in Europa, l’Italia resta il terzo stato maggiormente preso di mira da questi exploit e, proprio al riguardo, le tre principali minacce che contribuiscono alle incursioni dei cyber criminali sono Locky e Cryptowall, le quali occupando il secondo e il terzo posto della graduatoria.
Check Point mette in evidenza come, tanto il numero di varianti di malware quanto la quantità di attacchi siano rimasti elevati, soprattutto alla luce del fatto che il numero di exploit rivolti ai network aziendali è rimasto pressoché costante.
Locky – all’interno dei ransomware – ha conosciuto una maggior diffusione, conquistando un altro 10% di exploit effettuati con il malware stesso, una dinamica che si è registrata anche nel caso di Cryptowall, che secondo Check Point è il quinto malware più “popolare” a livello mondiale.
La società pone anche l’accento sul fatto che, in tanti casi, le aziende decidono di cedere al ricatto degli hacker, finendo per pagare il riscatto richiesto, alimentando così la crescita del fenomeno. In termini di popolarità , Conficker resta il malware più diffuso a livello planetario (15% totale degli attacchi), seguito da Locky (6% di tutti gli attacchi) e da Sality (5% attacchi).
HummingBad, infine, si conferma il malware maggiormente sfruttato dai cybercriminali per effettuare degli exploit su device mobile.